Botta e risposta tra accusa e difesa a colpi di ricostruzioni: immagini, prospettive. Sono stati i periti, che hanno analizzato e «riscritto» l'omicidio di via Palermo, a focalizzare l'attenzione nel processo che si sta celebrando davanti alla Corte d'Assise, presieduta dal giudice Francesco Valentini, a latere Enrica Villani. E' stato ripercorso il momento di quando l'avvocato Francesco Palumbo ha ucciso a colpi di pistola Domenico Bardi, 42 anni, originario di Napoli, che aveva rubato in casa dei genitori del professionista pontino. Ieri nel corso di una lunga udienza finita nel primo pomeriggio e durata oltre cinque ore, si è alternato un pool di periti del pm Simona Gentile, che ha deposto e ha ricostruito nel dettaglio la scena del crimine e quello che è accaduto nel giardino condominiale che si affaccia su un lato dello stabile di via Palermo.
Su uno schermo, gli esperti della polizia scientifica di Roma, tra cui un ingegnere informatico, un fisico e un architetto, hanno presentato un elaborato multimediale. E' stata una riproduzione animata che ha permesso da parte della pubblica accusa di rivedere nel dettaglio cosa fosse accaduto il pomeriggio del 15 ottobre del 2017 per sostenere l'impianto accusatorio e che ha consentito anche di stabilire che quel giorno sono stati esplosi 12 colpi. Sei sono quelli di impatto ritrovati sul muro e sei invece quelli in aria, lungo una linea di traiettoria precisa: dal basso verso l'alto. E' emerso inoltre che l'imputato ha sparato sia a Bardi che stava scendendo dalla scala a pioli che a Quindici, il complice. Per oltre due ore il pool di esperti nominati dal pm ha risposto alle domande e a seguire in aula è stato il turno del perito balistico della difesa Martino Farneti, conosciuto anche per il processo Marta Russo e per la ricostruzione della strage di via Fani. Farneti ha offerto uno scenario ovviamente diverso, a partire ad esempio dalla visuale dell'imputato, coperta da un albero che qualche tempo dopo è stato tagliato.
C'è una altra circostanza ritenuta importante dal perito: Bardi stava scendendo e aveva un braccio sulla ringhiera del terrazzo e cercava con il piede un punto di appoggio sulla scala proprio mentre stava scappando. E' stato colpito al braccio ed è precipitato. Inoltre ha sottolineato anche l'altezza da cui sono stati esplosi i colpi, inferiore di nove centimetri rispetto a quanto sostenuto invece dall'accusa e dagli esami condotti che riportava una altezza di un metro e 63 centimetri.
Infine il perito ha messo in rilievo lo stato di agitazione del professionista pontino che ha affrontato i ladri e che con una mano aveva il cellulare per chiamare i soccorsi e con l'altra aveva la pistola. Ha aggiunto che Salvatore Quindici, anche lui ferito di striscio da un colpo di arma da fuoco, si trovava a terra e stava manovrando la scala. In sede di interrogatorio davanti al pubblico ministero, l'avvocato Francesco Palumbo aveva sostenuto di aver percepito un pericolo per la sua incolumità e di essere stato affrontato da uno dei complici di Bardi che aveva una mano in tasca come se avesse un'arma e ad una distanza di un metro e mezzo.
Alla fine l'udienza davanti alla Corte d'Assise è stata rinviata al prossimo 24 settembre. Lo scontro tra periti non è finito: si riprende con un nuovo atto a colpi di ricostruzioni.