Sfruttati e beffati i lavoratori della «Agr Fontanella», l'azienda che secondo gli atti dell'inchiesta Job Tax attuava «punizioni anche corporali», oltre che economiche, ai dipendenti che non raggiungevano l'obiettivo della raccolta. Le contestazioni penali però non hanno cambiato nulla nel destino dei braccianti, quasi tutti indiani e bengalesi, i quali sono, finora, esclusi dal sostegno Inps per gli stagionali poiché le loro prestazioni non esistono, appunto, in quanto è stata accertata un'evasione contributiva pari a oltre 557mila euro. Per ricapitolare: l'evasione della società va a discapito dei dipendenti, i quali avevano già subito tutto il resto, ossia il caporalato, lo sfruttamento, le minacce di licenziamento in caso di proteste. Da ieri è partita una mini-riscossa: circa cento ex dipendenti di Agri Fontanella stanno presentando all'Inps di Latina le denunce individuali di omissione contributiva. «Anche in questo caso, - dice il segretario della Uila Uil, Giorgio Carra - come già avvenuto in passato per la cooperativa Agri Amici di Sezze, i lavoratori si sono rivolti al sindacato per affrontare le ricadute delle indagini sul loro rapporto di lavoro. Infatti, i lavoratori non solo non riceveranno la giusta retribuzione, ma a causa dell'accertata evasione contributiva dell'azienda non sono state accreditate presso l'Inps nemmeno una giornata di lavoro né per il 2020 né per i primi quattro mesi del 2021 e, quindi, non avendo alcun contributo, non riceveranno la disoccupazione agricola e non percepiranno gli assegni familiari dovuti. Come se non bastasse, poi, non potranno richiedere il bonus di 800 euro previsto dal Governo per i braccianti agricoli che nel 2020 abbiano avuto accreditate almeno 50 giornate di lavoro». In altri termini da un lato le verifiche della Procura hanno fatto emergere un gravissimo caso di sfruttamento, dall'altro proprio quella inchiesta ha prodotto ulteriori effetti negativi per la parte più debole, i braccianti, molti dei quali hanno contribuito alle indagini con le loro denunce e dichiarazioni rese ai carabinieri.
Qualcosa in quello che sembrava un meccanismo virtuoso si è inceppato.
«Una volta accertati i crediti da lavoro, gli organi ispettivi avrebbero potuto emettere delle diffide accertative, sulla base delle quali i lavoratori avrebbero potuto recuperare la differenza tra le retribuzioni dovute e quelle effettivamente percepite. - aggiunge Carra - Proprio per porre rimedio a questa grave lesione dei diritti dei lavoratori abbiamo deciso di presentare le denunce di omissione contributiva e ci aspettiamo che l'Inps, come prevede la legislazione vigente, a prescindere dall'effettivo versamento dei contributi da parte del datore di lavoro, proceda tempestivamente con il riconoscimento dei periodi di lavoro effettuati, accreditando ad ognuno dei lavoratori le corrispondenti giornate di lavoro sulla loro posizione assicurativa». La storia della Agri Fontanella finisce per danneggiare l'intero settore agricolo della provincia di latina che non è fatto solo di caporalato e che coinvolge circa 5.000 aziende e 20.000 lavoratori.