È arrivato il sequestro preventivo per la palazzina all'angolo tra via La Spezia e via Modigliani realizzata dalla società Riccardo Figli Costruzioni srl e finita al centro di un'indagine della Polizia Locale, un anno fa, per una serie di illeciti in materia edilizia che avevano spinto gli agenti a chiedere l'applicazione dei sigilli, sulla base delle valutazione effettuate dall'ufficio tecnico comunale. Dopo tutto la situazione emersa non lasciava scampo e la Procura, una volta compiute le valutazioni del caso, ha deciso di autorizzare la misura cautelare: a margine delle verifiche, l'edificio risultava sovrastato da un piano di troppo, in violazione delle norme tecniche attuative del piano di zona.

L'ispezione dell'immobile era scattata già prima che il cantiere fosse ultimato, quando il Nucleo di polizia giudiziaria specializzato in materia edilizia era impegnato in una ricognizione di tutte le nuove costruzioni autorizzate negli ultimi anni. Ma le anomalie erano saltate fuori in maniera chiara solo una volta che l'impresa costruttrice aveva dichiarato ultimato il cantiere.

Confrontando quanto realizzato in via La Spezia col permesso a costruire e con le varianti progettuali ottenute in corso d'opera, è emerso chiaramente che l'impresa edile aveva realizzato un piano in più con l'obiettivo malcelato di allestire un superattico. Dopo tutto nel progetto iniziale quel piano non era neppure previsto, il tecnico lo aveva aggiunto presentando una Scia in variante al permesso di costruire con la precisa necessità di dotare, il condominio, di impianti tecnologici non previsti inizialmente. Per questo i locali di servizio dell'ultimo piano, definiti volumi tecnici che non intaccano il computo della cubatura residenziale, potevano essere aggiunti anche se l'altezza complessiva dell'edificio superava il limite imposto dal Piano Particolareggiato del quartiere Q3 in cui insiste la proprietà.

Peccato che dopo la dichiarazione di fine lavori da parte del costruttore, Polizia Locale e tecnici dell'Antiabusivismo erano tornati per un controllo, riscontrando l'assenza degli impianti tecnologici all'interno dell'ultimo piano: un'anomalia che non solo mette in discussione la dichiarazione di fine lavori e l'attestazione dell'agibilità dell'intero palazzo, ma di fatto lo rende più alto di un piano rispetto al progetto iniziale e quindi in violazione delle norme tecniche attuative. Perché se il terzo piano era stato aggiunto per alloggiare gli impianti a servizio del condominio, ma questi non sono stati installati, allora vuol dire che quella cubatura non può essere considerata tecnica e l'edificio non rispetta l'altezza limite del quartiere.