In un primo momento la Procura aveva chiesto l'archiviazione non ravvisando i margini per andare a processo sulla scorta degli elementi raccolti in fase di indagini preliminari.
Era stata la parte offesa ad opporsi e a chiedere un supplemento investigativo che ha portato nelle scorse settimane ad un nuovo approccio nell'inchiesta e a contestare nei confronti di un uomo l'accusa di violenza sessuale sulla figlia.
Una volta che sono chiusi gli accertamenti, sarà fissata la data dell'udienza preliminare davanti al gup. Gli elementi raccolti dalla pubblica accusa e dal pm Daria Monsurrò, titolare del fascicolo, poggiano le basi sulle dichiarazioni della parte offesa, una ragazzina che all'epoca dei fatti aveva 12 anni. Aveva riferito di aver subito delle molestie sessuali dal padre. I fatti sono avvenuti quando erano da soli. I genitori sono separati e la vittima della violenza per paura era rimasta in silenzio. A presentare la denuncia in Procura era stata la madre della 12enne, una donna di origine straniera che aveva raccolto le confidenze della figlia.
Il reato ipotizzato nei confronti dell'uomo, si tratta di un operaio, è quello di violenza sessuale aggravata dalla minore età e dal vincolo parentale.
Gli avvocati Antonella Comito e Biagio Coppa che assistono la madre dell'adolescente, si erano opposti alla richiesta di archiviazione e nel corso di una udienza davanti al gip Mario La Rosa, il magistrato aveva disposto ulteriori approfondimenti che ora hanno portato direttamente al 415: la conclusione dell'inchiesta.
Secondo quanto ipotizzato le condotte incriminate risalgono in un periodo di tempo compreso tra il 2018 e il 2019 e sono avvenute vicino Latina. In un primo momento la ragazzina aveva raccontato il suo segreto mentre era telefono con una amica, agli atti dell'inchiesta è finita proprio la registrazione della conversazione.
Subito dopo a parte offesa aveva confermato il racconto alla madre che in sede di denuncia aveva spiegato agli inquirenti di aver notato un drastico e radicale cambiamento nel carattere della figlia: era diventata ad un certo punto più nervosa e triste.
Proprio questo atteggiamento aveva suggerito alla donna di analizzare bene il comportamento della figlia e risalire al motivo del malessere. La risposta alla fine è arrivata e la ragazzina è crollata. In occasione della causa di separazione nella coppia, proprio il presidente del Tribunale Caterina Chiaravalloti, aveva deciso di disporre l'invio degli atti in Procura perchè aveva notato delle anomalie che meritavano un approfondimento investigativo. All'inizio il caso era stato archiviato anche sulla scorta di una perizia eseguita da una specialista ma non erano mancati i colpi di scena: la madre della ragazzina aveva presentato una controperizia e la vicenda era stata riaperta, fino alla richiesta di incidente probatorio per cristallizzare una prova da portare al dibattimento che rischiava di perdersi o deteriorarsi. Nei giorni scorsi la chiusura dell'inchiesta.