Parte il progetto per il recupero del carcere di Santo Stefano. Ieri mattina Silvia Costa, Commissaria Straordinaria di Governo insieme a Daniele Leodori, Vicepresidente Regione Lazio, Francesco Carta, Assessore delegato e a Invitalia, Soggetto Attuatore del Contratto Istituzionale di Sviluppo, hanno annunciato la pubblicazione del Concorso internazionale di progettazione per l'ex carcere borbonico nell'isola di Santo Stefano di Ventotene, alla presenza della Giunta e del Consiglio comunale di Ventotene.
«Ringrazio Invitalia e la mia struttura- ha detto Silvia Costa- per il grande impegno che ha consentito di rispettare l'ambizioso cronoprogramma che ci siamo dati, pubblicando oggi, a un solo anno di distanza dall'avvio del Piano Operativo, questo importante bando. Un'altra tappa importante per salvaguardare e investire le risorse assegnate alla realizzazione del Progetto. Il lancio di questo concorso internazionale costituisce la fase più importante del processo di ‘rigenerazione' del sito dopo i lavori in ‘somma urgenza' già realizzati e l'imminente aggiudicazione della gara di appalto per l'intervento di messa in sicurezza e parziale restauro conservativo del Panottico. Ricordo che l'ammontare degli interventi da progettare è pari a 31 milioni di euro, mentre le risorse stanziate per la progettazione e la direzione dei lavori sono oltre 3 milioni di euro».
La procedura è articolata in unico grado, aperta ed in forma anonima per quanto attiene alla valutazione delle proposte progettuali, ai sensi del combinato disposto degli articoli 23, co. 5, e 152, co. 4., e ss. del Codice dei Contratti. La proposta progettuale dei concorrenti dovrà essere al livello di un Progetto di fattibilità tecnica ed economica, come definito dall'articolo 23, co. 5, del Codice dei Contratti, elaborato sulla base dello Studio di Fattibilità e del D.I.P.

Il Concorso è volto a garantire la massima partecipazione. Potranno concorrere tutti i soggetti in possesso dei soli requisiti professionali, mentre i requisiti economici e finanziari saranno richiesti solo in caso di un eventuale affidamento dei successivi livelli progettuali (definitivo e esecutivo) e potranno essere posseduti dal Vincitore, che comunque manterrà il ruolo di Mandatario, ampliando il raggruppamento iniziale o costituendo un nuovo raggruppamento. Poiché l'obiettivo è garantire la qualità degli interventi, non è previsto un ribasso sull'importo totale dei lavori: i concorrenti sono invitati a sviluppare la propria proposta progettuale impiegando interamente la dotazione economica disponibile.
Grande rilevanza è data all'offerta tecnica rispetto all'offerta economica. I criteri di valutazione sono orientati a premiare, tra l'altro, la coerenza della proposta progettuale con lo Studio di Fattibilità, la qualità estetica e funzionale della progettazione architettonica degli spazi interni ed esterni, l'accessibilità e fruibilità alle persone con disabilità, i criteri di restauro, la qualità tecnologica delle soluzioni proposte, la valorizzazione delle eccellenze, tradizioni e competenze del territorio di riferimento, la capacità di riconnettere il Capitale Culturale rappresentato dal Complesso monumentale con il Capitale naturale rappresentato dagli ecosistemi naturali e antropici.
Viene richiesta particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, all'utilizzo di materiali e tecnologie sostenibili, all'economia circolare, delle emissioni di CO2, dei rifiuti, dell'inquinamento acustico e luminoso e alla conservazione e tutela della biodiversità. Sarà premiata l'individuazione di soluzioni per la raccolta, utilizzo e riciclo delle acque piovane attraverso lo scrupoloso recupero dell'antico sistema di cisterne sotterranee, insieme all'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, e al contenimento dei consumi energetici e idrici.
Al gruppo di progettazione sono richieste competenze nel campo del restauro, della progettazione architettonica, paesaggistica, museografica, digitale, oltre che ingegneristica in tutti i suoi aspetti strutturali, geotecnici e impiantistici che dovrà essere integrato da restauratori, archeologi, storici dell'arte, antropologi, ornitologi, biologi marini, agronomi, botanici e tecnici abilitati a sottoscrivere le varie istanze autorizzative del Progetto. I concorrenti dovranno anche specificare come intendono organizzare il previsto percorso di progettazione partecipata con la comunità locale (cittadini, associazioni, imprenditori, studiosi, ricercatori, amministratori) e come garantiranno all'interno del gruppo di progettazione un adeguato coinvolgimento di donne e giovani professionisti.