Si tratta di una sperimentazione, temporanea, al termine della quale, a fine ottobre, si trarranno le dovute e necessarie considerazioni. Il Consiglio comunale di Cori ha votato all'unanimità la proposta di "Deroga in via sperimentale e temporanea all'art. 16 del Regolamento del Museo della Città e del Territorio". In parole povere significa che si è dato l'ok alla possibilità di servire caffè e aperitivi nel loggiato superiore del complesso monumentale che ricade sotto la gestione del Museo.
Una opzione esclusa naturalmente dal Regolamento del Museo che proprio all'articolo in questione recita: «E' tassativamente escluso l'utilizzo degli spazi di cui alle precedenti lettere a,b,c,d, (Chiostro e Loggiato, Sala Capitolare, Sala conferenze, Chiesa di Sant'Oliva) per ricevimenti, banchetti o aperitivi». Una misura per evitare che nello splendore dei locali del complesso si possano realizzare eventi che poco avrebbero di culturale e soprattutto, per una forma di rispetto oltre che di tutela di quegli spazi. Perché allora questo passo indietro? Perché consentire al bar attiguo - che tra l'altro è stato di recente assegnato al nuovo gestore - di utilizzare una porzione del loggiato superiore? A spiegarlo, in aula, l'assessore Fantini e anche il sindaco De Lillis.
Entrambi sottolineano la natura temporanea della sperimentazione. Spiegano che si è scelto di non modificare il Regolamento proprio per valutare, dopo un periodo di prova, i dati che saranno forniti - probabilmente dal direttore del museo e dal gestore del bar all'Ufficio tecnico o raccolti da quest'ultimo - sull'andamento della sperimentazione. Fantini sottolinea che «andiamo con i piedi di piombo trattandosi probabilmente dal mio punto di vista della costruzione più bella che noi abbiamo a Cori, la cosa più straordinaria che è stata costruita dagli ultimi 500 anni a questa parte e quindi va trattata con le pinze, va trattata con i guanti bianchi, adottando tutte le cautele possibili». La proposta poi muove anche da un altro ragionamento: «Lo facciamo per due motivi, un po' per un motivo contingente legato alle difficoltà che le varie attività commerciali sono venute per la pandemia in corso e che a tutti sono note... e lo facciamo poi per un motivo meno contingente dal mio punto di vista un po' più serio perché seguendo una tradizione che a mio parere anche in maniera positiva da qualche anno si sta affermando in Italia, c'è poco da fare luoghi di questo tipo devono in qualche maniera essere messi a reddito e le risorse che si ricavano da attività che si possono svolgere al loro interno devono poi poter essere investite nella manutenzione del luogo stesso». Questo passaggio di Fantini potrebbe lasciar intendere che parte dei ricavati andranno al Comune, o al Museo? L'assessore però lascia alle due parti in causa la definizione di tali aspetti del possibile accordo. Il sindaco De Lillis ha aggiunto: «L'utilizzo del chiostro, di questo si sta parlando, da parte delle persone per consumare eventualmente appunto un caffè, un tea, un aperitivo ecc., sarà assolutamente disciplinato e sarà assolutamente sotto il controllo del direttore del museo e probabilmente l'utilizzo di questo luogo sarà assolutamente vincolato alle persone che entreranno a visitare il museo».