Sentenza di condanna per le tre persone imputate dei maltrattamenti agli anziani ospiti della casa di riposo Villa Serena di Terracina. Ieri, la pronuncia del giudice Giuseppe Molfese del tribunale di Latina, all'esito del processo, celebrato con rito abbreviato. Il gip ha inflitto una pena di 6 anni e 8 mesi a Raffaele Monacelli, 63 anni titolare dell'attività Villa Serena, 5 anni e 4 mesi a Narcisa Ursache, 49enne, collaboratrice socio-sanitaria e 2 anni e 10 mesi a Camelia Luminita Safta, dipendente di 52 anni.
La sentenza è arrivata al termine della discussione delle parti: la requisitoria del pm Marco Giancristofaro, che aveva chiesto 6 anni per Monacelli, 3 per Ursache e 2 anni e 8 mesi per Safta. E le arringhe degli avvocati difensori Giuseppe Mosa, Amleto Coronella e Maria Cristina Vernillo. I legali di parte civile, in rappresentanza di due anziani e loro famiglie, Tiziano Ottavi dello studio Ottavi & Partners e Valentina Leonardi, si sono visti riconoscere per i loro assistiti le provvisionali, con quantificazione in sede civile.
L'impianto accusatorio dell'aggiunto Carlo Lasperanza e del sostituto Giancristofaro ha retto. L'inchiesta svolta dai militari delle fiamme gialle di Terracina agli ordini del comandante Alessandro Salvatore prendeva il nome significativo di "Ade", con riferimento al mondo degli inferi, esemplificativo di un contesto fatto di violenza e vessazioni nei confronti degli anziani ospiti della casa di riposo sulla Pontina, che pagavano rette tra i 1000 e i 1500 euro e venivano sottoposti a maltrattamenti fisici e psicologici, a minacce e ingiurie. L'indagine era partita da alcuni accertamenti fiscali avviati sulla Onlus che gestisce la casa di riposo, secondo gli investigatori solo apparentemente una organizzazione no profit. La guardia di finanza scoprì cinque lavoratori in nero, due dei quali senza regolare permesso di soggiorno e durante questi accertamenti, iniziati a febbraio del 2020, cominciarono ad emergere i fatti, anche grazie alla collaborazione di alcuni dipendenti.
Sproporzionata la pena inflitta agli assistiti, secondo la difesa, pronta a ricorrere in appello.