Aveva scelto un vicolo del centro storico. Si era nascosto in un appartamento nella parte alta dell'antico borgo di Terracina. Era diventato il suo rifugio, quasi un bunker. Lontano da occhi indiscreti, in via Sergio Galba, antico imperatore romano originario di Terracina il cui nome da Servio è stato trasformato in Sergio, viveva lì da un po' di tempo Karim Akira. Dalla Francia era arrivato a Terracina. Lo scorso 29 maggio aveva fatto perdere le tracce dal centro psichiatrico di Bassens ed era entrato in Italia. Lo hanno fermato gli investigatori della Digos al termine di una operazione lampo, tanto delicata quanto incisiva. Era stato a Genova, Roma e Napoli, aveva scelto il treno per scappare e cercare di svanire nel nulla. L'uomo è indagato per apologia del terrorismo e minacce aggravate anche per reati contro la persona e in materia di stupefacenti. A destare molta preoccupazione era il contenuto delle e-mail dove scriveva di voler porre fine alla propria vita uccidendo la gente. Infine aveva esaltato l'operato dell'autore degli attentati di Tolosa e Mountauban dove 7 persone erano state uccise. Le autorità francesi lo hanno considerato sempre un soggetto pericoloso e gli investigatori pontini, coordinati dal dirigente della Digos Walter Dian e dal Questore Michele Maria Spina, sono riusciti a rintracciare l'uomo al termine di una complessa attività investigativa. E' stato un lavoro di squadra anche con l'ausilio del personale specializzato del Servizio e terrorismo esterno. A maggio il via con i primi accertamenti, quando gli inquirenti hanno localizzato delle tracce dell'uomo nelle stazioni ferroviarie, a seguire lo scorso 7 luglio la sala operativa attiva 24 ore del Servizio per la Cooperazione internazionale di polizia, ha segnalato in tempo reale all'Ispettorato generale di polizia nazionale transalpino una serie di mail che contenevano minacce ai francesi e alle loro istituzioni. E' stato un campanello d'allarme che nel giro di poco tempo ha permesso di individuare dove l'uomo si nascondeva. Sono scattati approfondimenti tecnici che hanno permesso di circoscrivere l'area da cui il 40enne stava mandando le e-mail. Gli investigatori hanno individuato un quadrante che portava a Terracina e lo hanno bloccato, portandolo nel centro di cooperazione di polizia internazionale di Modane. Per l' uomo la fuga è finita a Terracina.