Come si temeva o come era prevedibile, la «vertenza» Morbella non era legata solo all'adempimento degli interventi di messa in sicurezza intimati dai Vigili del fuoco, né a sviste. A confermare un sospetto che esiste dal primo momento è ciò che è accaduto ieri mattina, primo giorno di «vera» riapertura dopo lo stop imposto a fine luglio da una inevitabile ordinanza della polizia locale. Dunque ieri doveva essere un bel giorno di festa per tutto il centro, un modo per ricominciare con grande speranza, se davvero fosse stato raggiunto l'obiettivo della riapertura che tutti dicevano di perseguire. In realtà è accaduto che alcuni operatori sono stati multati dalla Presidenza del consorzio Morbella, perché non hanno aperto alle 9 in punto bensì con alcuni minuti di ritardo, in violazione del regolamento interno che stabilisce gli orari di apertura e chiusura che vanno rispettati da tutti i consorziati e quindi dai titolari dei negozi.

Risultato: ciascuno di coloro che hanno aperto in ritardo dovrà pagare una sanzione di 300 euro entro i termini stabiliti per legge, salvo impugnazioni. Che certamente ci saranno. Eppure quelle sanzioni fatte il giorno in cui si stava ricominciando a lavorare sono i brutti segnali che fanno di questa storia qualcosa di diverso dalla, pur grave, dimenticanza di una intimazione dei vigili del fuoco. E' noto che i rapporti tra molti consorziati e il presidente Salvatore Centola sono pessimi e che i primi hanno citato il secondo in Tribunale, da ultimo per il risarcimento dei danni subiti dalla chiusura improvvisa di fine luglio a causa degli interventi che lo stesso Centola non ha eseguito, tenendo all'oscuro i commercianti. Tutto questo è costato molto in termini di immagini e funzionalità del centro commerciale e ha avuto effetti disastrosi per i lavoratori. Solo una parte di essi, quelli che hanno un contratto di lavoro dipendente, potranno beneficiare della copertura degli ammortizzatori sociali, tutti gli altri, collaboratori, partite iva e altri non si sa se e come potranno recuperare il reddito perduto a causa di questo «incidente di percorso». C'è infine un altro aspetto e riguarda l'impegno messo in campo da diverse figure istituzionali ed enti, a partire dai Vigili del Fuoco, per risolvere in tempi record e in piena estate un'emergenza che, oggettivamente, il consorzio poteva evitare. Si è fatto di tutto per aiutare il centro a riaprire, diciamo pure a sopravvivere, e ora lo scontro interno rischia di sminuire se non azzerare tutto.

Ciò che resta incomprensibile è quella certa volontà, che si percepisce, di danneggiare l'immagine del centro Morbella che non viene da fattori esterni bensì dall'interno. Le multe sono solo l'ultimo tassello di una guerra che si sta combattendo da almeno due anni e che ha in una serie di procedimenti civili davanti al Tribunale la sua prova più importante. Gli autori delle azioni legali sono operatori del Centro Morbella che chiedono il ripristino delle regole e della democrazia societaria dentro il Consorzio; nel frattempo il numero dei negozi aperti è pari alla metà esatta della disponibilità della struttura, ciò significa che quantomeno gli operatori del settore non ritengono appetibile iniziare a lavorare in quel centro oppure restarci. Ciò dovrebbe preoccupare i vertici del Consorzio, se davvero l'obiettivo di tutti è quello di mandare avanti la macchina del centro commerciale.