Sergio Gangemi sta collaborando con la Procura. Il più astuto, ricco, temuto tra i nomi riferibili alla ndrangheta importata in provincia di Latina ha già ottenuto un minimo di benevolenza per questo e del suo contributo dato alla giustizia parla espressamente la sentenza della Corte d'Appello di Roma che lo ha giudicato per estorsione con metodo mafioso. Lo riporta la sentenza che a giugno lo ha condannato per estorsione con metodo mafioso. L'imprenditore di origini calabresi ha redatto i primi verbali a febbraio scorso e sono valsi ad attenuare la pena, come chiesto dalla difesa. Il procedimento per cui ha reso dichiarazioni è ancora coperto dal segreto istruttorio.