I rifiuti presenti all'altezza di via Badia 14 e quelli sulla strada consolare Valvisciolo dovranno essere smaltiti dal Venerando Monastero Badia di Valvisciolo, nella persona del Priore padre Dante Rossi quale proprietario delle aree. E' quanto ha deciso, non senza polemiche annesse, l'amministrazione comunale di Sermoneta che nei giorni scorsi ha emesso un'ordinanza che prende spunto da un sopralluogo effettuato nei giorni precedenti.

L'atto, firmato dal vicesindaco e non dal sindaco (probabilmente impossibilitata a farlo), spiega come lo scorso 5 agosto i dipendenti del Comune abbiano constatato la presenza di rifiuti di vario genere abbandonati nell'area della ex Cava in località Valvisciolo, riconducibili, oltre agli usuali Rifiuti Solidi Urbani, anche a sostanze raggruppabili in diverse categorie qualitative di rifiuti, nello specifico rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (frigoriferi, aspirapolvere), rifiuti ingombranti (mobili, arredi, materassi), rifiuti speciali (residui di palme), presenza di materiale presumibilmente contenente amianto (lastre di copertura, serbatoio, canna fumaria), rifiuti inerti vari, libri e quaderni di carta. Le aree in questione, come spiegato nell'ordinanza risulterebbero di proprietà proprio del monastero di Valvisciolo e per questo motivo l'ente ha ordinato, da una parte, di provvedere ad idonea recinzione sul tratto di via Badia, dall'altra ad eliminare i rifiuti presenti in via del Valvisciolo.

Nell'atto, inoltre, viene ricordato come, in caso di non rispetto dell'ordinanza, sarà lo stesso Comune a provvedere agli interventi e poi a chiedere le spese al responsabile del Monastero, l'81enne priore padre Dante Rossi, che dovrà svolgere i lavori di messa in sicurezza entro 30 giorni e che, inoltre, dovrà provvedere a quantificare e classificare per categorie omogenee, con assegnazione di idonei codici CER, i rifiuti abbandonati all'interno di tutte le aree di proprietà, a conferire i rifiuti ad impianti di recupero e smaltimento debitamente autorizzati, a ripristinare lo stato dei luoghi, a porre in essere le misure necessarie per impedire l'accesso e l'abbandono incontrollato dei rifiuti sulle aree di proprietà e a comunicare al Comune l'avvenuta esecuzione di quanto ordinato al fine di consentire l'effettuazione delle opportune verifiche da parte dei competenti organi di controllo. Una scelta legittima quella del Comune, forse inopportuna nelle modalità, così come sottolineato da una nota di Cittadinanza Attiva Sermoneta che ha chiesto: «Come si può pensare che i monaci possano sostituirsi ad un "sistema" che invece dovrebbe essere ben più puntuale?».