I Carabinieri della Compagnia di Latina hanno chiuso il cerchio sulla serie di scippi che aveva destato allarme nel centro di Latina prima dell'estate. Mentre si registravano i colpi ai danni di anziane donne e ragazzi, gli investigatori della Sezione Operativa avevano infatti raccolto una serie di indizi che hanno permesso non solo di arrestare l'italo tunisino Mohamed Jandoubi di 34 anni già finito in carcere per alcuni di quegli episodi, ma anche il cinquantenne Guerrino Di Silvio, considerato il complice che lo accompagnava durante i raid. Proprio alla luce degli elementi raccolti dai militari del maggiore Carlo Maria Segreto, il giudice per le indagini preliminari ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare che prevede la detenzione in carcere per il primo e gli arresti domiciliari per il secondo.

Le testimonianze raccolte in quei giorni avevano consentito ai Carabinieri del colonnello Lorenzo D'Aloia di stringere il cerchio attorno ai sospettati, grazie a una serie di testimonianze che avevano indirizzato le indagini nel verso giusto. Prima di tutto la descrizione dello scippatore, con barba lunga e tatuaggi sul volto, aveva portato all'identikit di Mohamed Jandoubi, mentre la descrizione dell'auto con quale alcune vittime e i testimoni lo avevano visto scappare dopo i furti con strappo, aveva esteso l'attenzione dei detective sull'identità del complice, che ben presto ha portato all'identificazione di Guerrino Di Silvio.

Entrambi sono volti noti alle forze di polizia e sono contigui allo stesso ambiente criminale, quello legato ai Travali. In particolare il tunisino è stato il compagno di Valentina e con lei ha condiviso gli interessi nello spaccio di stupefacenti, tanto da essere finito nell'inchiesta Alba Pontina quando entrambi, nelle vesti di pusher, avevano subito il controllo da parte della famiglia di Armando "Lallà" Di Silvio egemone nella zona del quartiere Nicolosi dove vivevano. Mentre Guerrino Di Silvio è il fratello di Maria Grazia, la madre dei Travali, il cognome sotto il quale i figli Angelo e Salvatore avevano costituito un gruppo criminale autonomo, sgominato con l'operazione Don't touch dell'ottobre del 2015 e finiti di recente al centro di un'inchiesta della Dda di Roma che ha configurato il metodo mafioso dietro i loro traffici con la droga.