Avevano scritto al Papa, avevano raccolto le firme. Speravano in un cambio di rotta ma niente. I parrocchiani della chiesa di San Francesco di Latina dovranno dire definitivamente addio ai Cappuccini. Dopo una storia lunga mezzo, secolo piena di condivisione e un rapporto strettissimo che nel corso degli anni è diventato sempre più autentico, i Cappuccini vanno via.

Questione di pochi giorni. L'effetto di questa notizia, quando aveva iniziato a circolare tra i banchi della chiesa, in città e poi in altri centri della provincia, era stato inaspettato e il sentimento prevalente oltre che di sorpresa era di profondo dispiacere.
In questa storia spunta anche una compravendita.

L'area confinante con il convento e il teatro (che fino a pochi giorni fa era il centro vaccinale), a due passi dalla chiesa è stata venduta con un atto davanti ad un notaio.

La Provincia Romana dei frati minori Cappuccini (per l'atto era arrivato un frate da Roma con procura speciale) ha venduto l'immobile ad una società con sede a Latina (costituita poco tempo prima dell'atto) con un capitale sociale di 10mila euro. L' area al centro della compravendita è di diecimila metri quadrati, di cui una parte con destinazione per residenze e uffici, una parte anche per il verde pubblico e attività religiose. L'immobile in località Piccarello dunque è passato di mano otto mesi fa.

In occasione dell'atto di vendita la parte venditrice aveva spiegato che l'area ha tutte le caratteristica che risultano dal certificato di destinazione urbanistica rilasciato lo scorso gennaio dal Comune di Latina. Dopo la vendita, la società che aveva acquisito il terreno era diventata operativa, e a giugno era arrivato l'annuncio di un avvicendamento nella chiesa di San Francesco per il cambio di parroco. In realtà era l'anticipazione di una notizia: i Cappuccini andavano via.

Tra pochi giorni saluterà anche Padre Giovanni, dopo 11 anni, e arriverà un nuovo parroco da Terracina. Restano le parole di un parrocchiano che aveva detto una frase semplice ma significativa: «Niente sarà più come prima, abbiamo perso un patrimonio prezioso». Sono molti i fedeli che con le loro donazioni hanno dato il proprio contributo alla chiesa, al teatro e ad altre opere.