A distanza di cinque mesi dalla richiesta della Procura di Sassari è arrivato nelle scorse ore il rinvio a giudizio per l'imprenditore cisternese Domenico Capitani e per due suoi collaboratori, che adesso dovranno difendersi dall'accusa di aver taroccato il bilancio della Torres, squadra di calcio sarda che fu poi venduta all'imprenditore palermitano Daniele Piraino.
Questo è quanto ha deciso nelle scorse ore il gup Giuseppe Grotteria. I tre imputati, difesi, dagli avvocati Francesco Porcu, Ivano Iai e Clara Palesse, dovranno comparire a marzo del prossimo anno per la prima udienza del processo.
I fatti contestati dalla Magistratura risalirebbero al periodo che va tra il 2014 e il 2016. A giugno del 2020, il procuratore capo della Procura della Repubblica di Sassari, Gianni Caria - sulla scorta delle indagini condotte dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza - aveva firmato l'avviso di conclusione dell'attività di indagine sull'imprenditore cisternese, per delle fatturazioni - secondo gli inquirenti - tese ad alterare il bilancio della Torres, storica squadra di calcio di Sassari, al fine di renderla più appetibile al momento della vendita.
Lo scorso aprile c'era stata quindi la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm, con il giudice per l'udienza preliminare che ha accolto il 14 settembre la richiesta della Procura della Repubblica.
Secondo la ricostruzione fornita anche dal quotidiano La Nuova Sardegna, la dirigenza della società avrebbe emesso alcune fatture fittizie per far quadrare il bilancio, in modo da rendere la società sportiva più "solida" al momento della vendita all'imprenditore siciliano Daniele Piraino, che aveva rilevato da Capitani la società rossoblù nel 2016. Nello specifico la Procura della Repubblica contesta alla vecchia dirigenza, di aver messo a bilancio due grossi crediti nei confronti del Comune di Sassari e della Regione Sardegna: uno da 146mila euro ed un altro da 350mila euro. La prima fattura riguarderebbe un rimborso spesa sul sistema di videosorveglianza dello stadio, mentre la seconda sarebbe la sponsorizzazione della Regione Sardegna alle squadre professionistiche dell'isola. Ma vista la retrocessione della Torres ad un campionato dilettantistico in quell'anno, sarebbe venuta meno la condizione per godere della sponsorizzazione.