La Regione Lazio si costituirà parte civile nel processo per i concorsi pilotati della Asl. «Non guardiamo in faccia a nessuno e dobbiamo agire», ha detto ieri pomeriggio in piazza del Popolo, poco prima di entrare al Circolo cittadino, l'Assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato a Latina, rispondendo ad una precisa domanda su quello che farà la Regione in occasione del processo fissato tra un mese. Un concetto ribadito subito dopo in occasione dell'incontro per l'appoggio alla candidatura a sindaco di Damiano Coletta.
Lo scorso luglio in occasione della seconda tranche dell'inchiesta, D'Amato in una nota aveva annunciato che il servizio sanitario regionale e la Asl di Latina si costituiranno: «nell'ipotesi di rinvio a giudizio in merito ai fatti se confermati che sta accertando la magistratura del capoluogo pontino». Dopo che il Riesame ha confermato l'impianto accusatorio e dopo che la Procura ha esercitato l'azione penale, adesso la Regione insieme alle Asl di Latina, Frosinone e anche Viterbo farà parte del processo. Subito dopo l'esecuzione delle misure restrittive, l'assessore aveva apprezzato la decisione della Asl di Latina di revocare il concorso e di sospendere le persone coinvolte. Nell'atto con cui la Asl ha annunciato la costituzione di parte civile, l'azienda ha sottolineato che: «Ha ritenuto opportuno avvalersi di un elevato supporto giuridico incaricando un professionista esterno, considerata l'opportunità che l'avvocatura aziendale si astenga dal patrocinio considerato il particolare ruolo degli imputati».
Sia la Regione che la Asl puntano dunque all'azione civile per il ristoro dei danni provenienti dai reati contestati. Gli imputati sono: Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, componenti della commissione dei concorsi e l'ex parlamentare del Pd Claudio Moscardelli. L'inchiesta - condotta da Squadra Mobile e Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza - ha portato a contestare sulla scorta di intercettazioni telefoniche, ambientali e anche dal contenuto delle chat, una serie di condotte per favorire alcuni candidati con cui sono state concordate in anticipo le domande per la prova orale del concorso Asl. I reati ipotizzati sono a vario titolo: corruzione, falso e rivelazione di segreto d'ufficio. Lo scorso 14 luglio l'assessore D'Amato aveva consegnato alla Guardia di Finanza delle conversazioni con il parlamentare pontino ritenute di rilievo investigativo perchè secondo quanto ipotizzano gli inquirenti c'era un interessamento nei confronti di Rainone. Ieri l'assessore D'Amato ha ribadito che la Regione sarà parte civile. Scontato che in aula sarà battaglia.