Una donna di 60 anni e sua figlia di 21 anni, entrambe di Cisterna, sono state rinviate a giudizio dal Tribunale di Belluno per insulti, minacce e anche per una tentata estorsione, nei confronti dell'ex datore di lavoro. L'uomo un 56enne di Feltre, comune del bellunese, è il titolare di una gelateria a Lienz, centro nell'area tirolese dell'Austria. Qui le due donne hanno lavorato durante la stagione estiva nel mese di agosto dell'anno 2019. Una breve parentesi che avrebbe però lasciato strascichi di natura economica.
Secondo quanto ricostruito dalla pubblica accusa - che ha chiesto il rinvio a giudizio per la 60enne e la 21enne - le diffamazioni, tramite social cominciarono quando le imputate smisero di lavorare nel locale commerciale in Austria. Alla fine del rapporto lavorativo le due donne, V.R. e A.S, hanno scritto alcuni post pubblici diffamatori, con la più grande che sarebbe passata anche alle minacce con messaggi privati.


La Procura di Belluno ha raccolto i messaggi che nel mese di ottobre dello stesso anno, il titolare della gelateria ha ricevuto dagli account delle due donne.
Sul sito de IlGazzettino.it, sono stati pubblicati alcuni dei messaggi che avrebbe ricevuto il titolare della gelateria da parte di una delle due imputate: «Ti renderò la vita impossibile, sei un pezzo di m...a che vale 900 euro, i soldi che hai rubato a mia figlia vergognati, sei anche un maniaco sessuale e ringrazia Dio se mai nessuno ancora ti ha messo le mani addosso brutto zozzo balordo». E ancora: «Pervertiti tu e i tuoi collaboratori, avrai terra bruciata ovunque, ti do un'altra settimana di tempo, versa i soldi sul conto di mia figlia o per te sarà la fine professionale».