E' finito in parte per prescrizione e in parte con assoluzioni il processo che in embrione descriveva già il metodo usato da alcuni gruppi criminali di Latina. La sentenza è stata pronunciata ieri dal Tribunale di Latina al termine di un dibattimento durato troppo a lungo per accertare i fatti contestati, così vecchi che uno degli imputati originari, Massimiliano Moro, è deceduto. Fu infatti ucciso nella faida scoppiata nel 2010 a seguito della gambizzazione di Carmine Ciarelli e le contestazioni sono relative ad episodi di due anni prima. Il dibattimento non stava andando bene. C'erano elementi per comprendere che sarebbe intervenuta la prescrizione: alcuni imputati sono stati assenti perché in quarantena covid, una teste cardine non si è presentata per due volte. Il fatto alla base del processo era una sparatoria legata al traffico di cocaina. Il reato di lesioni contestato si è prescritto, sugli altri c'è stata assoluzione.
Imputati eccellenti Angelo Travali e il cognato, Francesco Viola; oltre a loro Celestino Usai, Antonio Sebastiani, Fernando Mangiapelo, Francesco Fanti, Antonio Fusco, Paolo Peruzzi, Renato Pugliese, oggi pentito, Andrea Pradissitto. La difesa rappresentata dagli avvocati Cesare Villoni, Giancarlo Vitelli, Pasquale Cardillo Cupo e Leone Zeppieri aveva contestato dall'inizio tutto l'impianto accusatorio. La vicenda che aveva prodotto il processo è un'aggressione avvenuta ad Aprilia nel 2008 e nel dibattimento avrebbe dovuto essere sentito anche il collaboratore di giustizia Renato Pugliese. I fatti: un uomo di Aprilia aveva un debito per l' acquisto non saldato di 50 grammi di cocaina. Il debito era salito, con gli interessi, fino a quattromila euro e per il recupero arrivarono le intimidazioni. La sequenza descritta nel fascicolo ha lo stesso calibro di violenze di quelle che si sono viste in Alba Pontina e Caronte. Nel corso del dibattimento la Procura aveva depositato nuove prove a sostegno del capo di imputazione, ossia proprio i verbali di Pugliese redatti tra febbraio e maggio del 2017, nonché un altro verbale del secondo pentito (non imputato in questo processo), Agostino Riccardo, con dichiarazioni rese il 23 ottobre 2018.