Lunga deposizione ieri pomeriggio in Tribunale del dirigente della Squadra Mobile Giuseppe Pontecorvo per il processo Scheggia, che vede sul banco degli imputati l'ex consigliera regionale Gina Cetrone, l'ex marito Umberto Pagliaroli e poi Armando Lallà Di Silvio con i figli Gianluca e Samuele: sono accusati di estorsione con l'aggravante del metodo mafioso. In aula davanti al collegio penale - composto dai giudici Caterina Chiaravalloti, Francesco Valentini, Enrica Villani e dal pm Luigia Spinellli - è stato il turno del dirigente di polizia che aveva coordinato l'inchiesta denominata Scheggia, che poggia le basi sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo. Nel corso della sua testimonianza, il dirigente della Squadra Mobile ha ripercorso l'origine dell'inchiesta e si è soffermato sull'analisi dei tabulati telefonici degli imputati. Ha messo in luce inoltre gli elementi di riscontro alle dichiarazioni del collaboratore di Riccardo e della parte offesa, la vittima dell'estorsione.

Il dirigente di polizia ha sottolineato che l'undici aprile del 2016 ci sono stati dei contatti tra la Cetrone e la vittima (l'imprenditore pescarese che aveva un debito), così come è emersa la presenza dell'uomo nella zona di Terracina il giorno in cui secondo l'accusa è stato minacciato. Il capo della Mobile ha inoltre puntualizzato che hanno analizzato le chat su messanger tra l'imputata e Riccardo dopo che il collaboratore di giustizia ha offerto agli inquirenti le indicazioni per entrare sul suo profilo. «C'era collaborazione e Riccardo era il referente della campagna elettorale» è la conclusione a cui è arrivato il dirigente che nel corso di una deposizione molto circostanziata e analitica ha parlato anche di un messaggio di auguri di Natale tra l'ex collaboratore e l'ex consigliera e che risale al 2014. Le difese hanno sostenuto che alcune intercettazioni e alcuni messaggi sono stati interpretati in una direzione precisa e sono deduzioni, per l'accusa invece è il riscontro concreto e molto robusto della collaborazione e della conoscenza. Così come i contatti tra Pagliaroli e l'ex collaboratore anche tramite il social network Facebook, tutto questo la sera prima del viaggio a Pescara da parte di Riccardo per riscuotere le somme di denaro. Tra le intercettazioni di Facebook lette, una di quando la Cetrone a Riccardo diceva: «E' meglio che mi candido io», ha letto il dirigente di polizia in aula.