Ai più il nome del professor Giuseppe Stancanelli non dice nulla. Si tratta del professionista nel il 2 ottobre di trentadue anni fa (sì, correva il 1989) fu incaricato dall'amministrazione comunale dell'epoca per «consulenze legali su pratiche amministrative» unitamente all'avvocato Francesco Catenacci.

Parte di quelle consulenze non sono state mai pagate dall'ente e vige un contenzioso che, adesso, a seguito di una sentenza di Appello cassata dalla Suprema Corte, torna in altra sezione di secondo grado perché Stancanelli vuole avere i 279mila euro maturati per quelle consulenze.

Ciò che è sorprendente è l'oggetto della consulenza: le terme di Fogliano. Ancora loro. Sempre loro. Il progetto mai portato a termine, anzi mai nato.

Non è l'unico a Latina ma è forse il più famoso, certamente il più longevo.

Per tornare alla richiesta di Stancanelli, essa è relativa ad un «parere riguardo le seguenti questioni: Piano di razionalizzazione e sviluppo delle risorse idriche; Realizzazione dello stabilimento Terme di Fogliano; Costruzione tangenziale esterna; studio di fattibilità per la realizzazione di parcheggi interrati». Il professore ha conseguito il pagamento per l'attività consultiva inerente due quesiti, per gli altri si è rivolto al Tribunale. Nello specifico Stancanelli non ha ricevuto il compenso per il parere sullo stabilimento termale e sulla tangenziale. Il consulente si è rivolto al Tribunale per vedere condannato l'ente per ingiustificato arricchimento, domanda respinta sia in primo grado che in Appello. E' seguito ricorso in cassazione e quest'ultima ha effettivamente cassato il verdetto di secondo grado.

A questo punto sarà un'altra Corte a valutare se è accoglibile la richiesta dell'equivalente della consulenza per stabilimento e strada, per un ammontare di 279 mila euro circa. L'amministrazione dopo essersi difesa in tutti i gradi di giudizio torna ad essere presente anche nell'ultimo in Appello, in base alla citazione arrivata agli uffici lo scorso giugno.

Dunque dalla «maledizione» delle Terme di Fogliano non si può sfuggire, questo almeno sembra. La sentenza della Cassazione è di giugno 2020, quella della Corte d'Appello poi cassata è del 2014, l'incarico del 1989, una rutilante altalena di date che si muove su un solo dato certo: l'assenza di qualunque insediamento termale a Latina.

Tutto questo avviene mentre sempre in Appello si sta ancora decidendo sulla sorte della dichiarazione di fallimento della società Terme di Fogliano spa, un procedimento legato a doppio filo ad un'altra consulenza tecnica, quella chiesta dai giudici per capire qual è il valore effettivo dei terreni e più in generale del patrimonio della società partecipata a maggioranza assoluta dal Comune di Latina, con quote anche in capo all'amministrazione provinciale che, infatti, è intervenuta nell'appello contro il fallimento.