Confermata la condanna a sedici anni e otto mesi per Eduardo Di Caprio, il trentasettenne commerciante di Scauri condannato in primo grado per l'omicidio volontario aggravato del ventisettenne di Minturno, Cristiano Campanale e di tentato omicidio nei confronti del fratello Andrea. Ieri si è tenuta l'udienza davanti al presidente della prima Corte di Assise di Appello di Roma, Andrea Calabria, alla presenza dell'imputato, attualmente recluso nel carcere di Cassino, e degli avvocati Pasquale Cardillo Cupo, Roberto Palermo, Attilio Di Nardo, Luca Cupolino, Riccardo Tucciarone, Vincenzo Ponti. Le parti civili hanno depositato delle memorie che hanno permesso una ricostruzione dei fatti, che hanno fatto in modo che venisse confermata la sentenza di primo grado. Una conferma della condanna chiesta anche dal Procuratore Generale Vincenzo Saveriano e che è stata accolta dalla Corte. Una udienza iniziata alle nove e mezzo di ieri e terminata intorno alle 14, quando è stata emessa la sentenza. La vicenda, come si ricorderà, avvenne il 25 gennaio del 2019, in via Antonio Sebastiani, nei pressi di piazza Sant'Albina, a Scauri. Eduardo Di Caprio, alla guida della sua Citroen, si scambiava messaggi dai toni non proprio "oxfordiani" con Cristiano Campanale, che lo aspettava insieme al fratello Andrea davanti al negozio dell'imputato a Scauri. Una discussione che mai si sospettava finisse in maniera sanguinosa ed invece il Di Caprio, giunto sul posto, salì con l'auto sul marciapiede, urtando violentemente un segnale stradale, il quale finì sulla testa della vittima, provocandone la morte all'istante. Lo stesso investitore, poi, scese dalla macchina ed aggredì anche il fratello Andrea.