Il crac della Copran Costruzioni, la società edilizia al centro di un raggiro per la vendita senza licenza a costruire di alcune case ad Aprilia, fa segnare nuovi sviluppi legali. Nella giornata di ieri è stato infatti rinviato a giudizio Raffaele Iorillo, l'imprenditore 63enne di Aprilia titolare dell'azienda che intendeva realizzare delle abitazioni tra via Enna e via La Malfa e che ora dovrà rispondere dei reati di truffa, bancarotta fraudolenta e mancata dichiarazione dell'Ires. E nella stessa udienza davanti al giudice Mario La Rosa hanno invece patteggiato una condanna a due anni i figli Gianluca e Valentina, rispettivamente di 33 e 29 anni, accusati di bancarotta fraudolenta.

La storia parte da lontano, più precisamente dal 2013 quando Raffaele Iorillo, in qualità di amministratore unico della Copran, concluse diversi atti di compravendita con alcuni cittadini per le nuove case che sarebbero state edificate nel terreno tra via La Malfa e via Enna. Gli acquirenti versarono un cospicuo anticipo, tra i 40 e i 50 mila euro, finendo però per essere vittime delle promesse del costruttore: la licenza di costruzione citata nel compromesso (con relativo numero di protocollo) non esisteva; il numero si riferiva alla richiesta presentata al Comune di Aprilia. Insomma, il progetto esisteva ma solamente su carta. Così i cittadini, molti dei quali avevano investito i risparmi di una vita, sentendosi ingannati hanno deciso di denunciare l'accaduto, riuscendo però a riprendere solo una piccola parte degli acconti (l'importo versato all'agenzia di intermediazione). Con il costruttore non è invece stato possibile recuperare il denaro, malgrado diverse ingiunzioni di pagamento, anche perché la Copran Costruzioni è stata dichiarata fallita nel giugno 2017 dal Tribunale di Latina.

L'indagine scaturita dal crac dell'azienda e condotta dalla Procura di Latina ha però messo in luce diverse irregolarità nella tenuta amministrativa della società edilizia, con l'ipotesi di distrazione di denaro per centinaia di migliaia di euro e per questo Raffaele Iorillo è stato rinviato a giudizio. All'imprenditore inoltre vengono contestati dei reati tributari come l'omessa dichiarazione sull'Ires dell'anno 2014 per circa 90 mila euro. E tra le parti offese c'è anche la curatela fallimentare della Copran Costruzioni.
Per i figli Gianluca e Valentina i legali della difesa hanno sostenuto una posizione più marginale rispetto ai reati contestati al padre avendo amministrato l'azienda per un breve periodo, una tesi accolta dal pm Andrea D'Angeli e dal giudice La Rosa che hanno accettato la richiesta di patteggiamento a due anni. La prima udienza del processo a carico di Raffaele Iorillo è invece in programma i1 15 febbraio 2022.