In oltre 400 pagine i giudici hanno ricostruito e riscritto un pezzo della storia criminale di Latina che arriva al giugno del 2018 con gli arresti della Squadra Mobile richiesti dalla Dda di Roma e firmati dal giudice Antonella Minunni.
Le motivazioni della sentenza di Alba pontina, depositate nei giorni scorsi, analizzano nel dettaglio i riscontri emersi in aula nel processo insieme agli elementi raccolti dai pubblici ministeri Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro. «Il potere dei Di Silvio è riconosciuto anche dalle persone che svolgono o hanno svolto attività illecite o comunque hanno rapporto con questo tipo di persone a Latina e provincia», è un breve frammento delle motivazioni, tanto sintetico quanto indicativo. Il collegio penale, presidente Gian Luca Soana, giudici Fabio Velardi e Beatrice Bernabei ha riannodato i fili della storia giudiziaria e criminale della città: dal processo Caronte ai testimoni condizionati prima della deposizione, fino a Don't Touch, a tutte le altre inchieste. I magistrati hanno preso in esame le rivelazioni dei due collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo, che rappresentano i pilastri dell'accusa, e hanno messo insieme intercettazioni telefoniche e ambientali e le testimonianze che hanno portato anche dentro al mondo della politica in occasione delle elezioni del 2016.