L'ultimatum è scaduto. Ieri mattina sportelli, ambulatori, pronto soccorso presso la Casa di cure Città di Aprilia hanno continuato a lavorare come sempre. Al momento quindi la situazione sembra non essere precipitata come invece si temeva, soprattutto da parte della proprietà, oltre che da parte dei dipendenti. Soprattutto alla luce della comunicazione fatta proprio dalla clinica ai vertici di Regione e Asl a fine agosto quando venne palesata l'intenzione di avviare «alla data del 15 ottobre, le procedure previste dalla legge per la chiusura/cessazione dell'attività e dei servizi sanitari, nello specifico l'avvio della procedura di chiusura/cessazione riguarderà: la chiusura del presidio ospedaliero di Pronto Soccorso; la cessazione delle prestazioni ACUTI; la chiusura/cessazione delle attività e dei servizi ambulatoriali; la chiusura della elisuperficie». La chiusura della struttura avrebbe quindi anche comportato l'avvio delle procedure per la Cassa Integrazione Guadagni per 134 unità lavorative. La proprietà sottolineava in quella occasione anche un «derivato danno erariale per l'erogazione delle relative indennità, imputabile a coloro che, con il loro comportamento, anche solo omissivo, hanno reso definitivamente irreversibile la non sostenibilità economico-finanziaria della nostra struttura, il derivato impatto sociale per la conseguente disoccupazione del nostro personale dipendente».

La questione è naturalmente legata ai soldi. Ai crediti per milioni vantati dalla struttura che ad aprilia assicura le cure ambulatoriali e il pronto soccorso con numeri di tutto rispetto. A guardare i dati pubblicati sul portale infatti, nel 2020 sono state assicurate 30.455 prestazioni di Pronto Soccorso, 2.295 ricoveri, 1.730 interventi chirurgici, 170.338 prestazioni ambulatoriali. Senza contare poi le misure d'emergenza e straordinarie garantite durante il lockdown e nei mesi successivi. Prestazioni fatturate e, soprattutto le fatture del 2020, che andavano certificate entro lo scorso aprile. Ma così non è stato. A quelle fatture si sono aggiunte quelle del 2021. Una mole di denaro che ha portato la clinica a non poter garantire gli stipendi al personale. Da qui l'ultimatum. Già pochi giorni dopo l'annuncio, in Regione qualcosa si sarebbe mosso, certo da qui a poter dichiarare l'emergenza rientrata forse si devono attendere molti altri passi da Roma, ma ieri, come detto, la situazione sembrava normale.