«L'entità del fenomeno scoperto dagli investigatori rappresenta un dato inquietante che fa comprendere l'estrema facilità di innescare un meccanismo di sottrazione delle autovetture che ha consentito agli indagati di maturare dei profitti illeciti ingenti». E' questo quello che osserva il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare per il traffico di auto rubate tra la provincia di Latina e l'estero. Le indagini della polizia hanno portato lontano: dalla Francia alla Mauritania fino alla Spagna e alla Germania. Il cuore dell'associazione per delinquere, scoperta nel corso di una delicata inchiesta, era in provincia di Latina. «Dalla valutazione del materiale probatorio - osserva il magistrato - viene evidenziata una continuità nella condotta delittuosa che perdura da oltre dieci anni». Gli inquirenti hanno preso in esame infatti altri due procedimenti penali per dei fatti che risalgono tra il 2008 e il 2011. «Emerge un quadro allarmante di una pluralità di soggetti dediti costantemente al traffico di autovetture di notevole valore, falsamente denunciate rubate che vivono abitualmente di guadagni di attività illecite, considerandola un vero e proprio lavoro come se fosse una attività commerciale lecita» è l'analisi dei pm Giuseppe Bontempo e Valerio De Luca, titolari del fascicolo, coordinati dal Procuratore Capo Giuseppe de Falco.
C'è un particolare significativo che fotografa l'inchiesta, quando nel corso di una intercettazione ambientale, gli investigatori annotano il commento di uno degli indagati Renzo Marchioro che sottolinea il lavoro di ribattitura di un telaio. «So usciti no spettacolo, belli proprio, mai visti così, io...te lo giuro mai visti così».
Nell'inchiesta il magistrato oltre ad evidenziare il ruolo di leader di Salami Nabil, ripercorre i viaggi all'estero come nel caso delle segnalazioni da parte dell'Europol per tre persone indagate dalla polizia francese per auto rubate. Le supercar erano state imbarcate in containers per il trasporto all'estero e avevano documentazione sia italiana che svedese. Venerdì sono iniziati gli interrogatori in Tribunale nei confronti degli arrestati che si sono quasi tutti avvalsi della facoltà di non rispondere.
Si andrà avanti nei prossimi giorni nei confronti di chi è stato sottoposto a misure restrittive più lievi.
Tra i principali indagati, oltre ai fratelli Salami di 30 e 32 anni ci sono Umberto Iacomussi di Cisterna di 38 anni, Enzo e Riccardo Virgili di Lanuvio di 71 e 36 anni, Renzo Marchioro di Latina di 45 anni, Simone Miscioscia di Aprilia di 34 anni, Danilo Rotella di Aprilia di 26 anni, Benito Martellacci di 72 anni di Aprilia. A vario titolo i reati ipotizzati sono quelli di furto e riciclaggio internazionale di veicoli, ricettazione, appropriazione indebita, estorsione, truffa e falso. Oltretutto per alcuni episodi è stata anche contestata l'aggravante della transnazionalità. «E' eloquente - ha scritto il gip Giuseppe Molfese - il dialogo tra due indagati che preoccupati per l'intervento della polizia durante un controllo avevano spostato l'auto da lavorare». Il dialogo era stato captato in questo caso tra Marchioro e Riccardo Virgili. Il giro economico del sodalizio per gli inquirenti era ingente.
Cronaca
Supercar riciclate, una base solida con collegamenti in Europa e Africa
Latina - Gli inquirenti ricostruiscono le caratteristiche dell’associazione per delinquere: il quadro che è emerso è allarmante