Non solo dal proprio medico di base ma anche nei grandi hub del territorio provinciale è possibile sottoporsi alla co-somministrazione vaccinale, vale a dire si può ricevere contemporaneamente il farmaco anti-Covid della Pfizer e quello contro l'influenza. Naturalmente il vaccino contro l'influenza verrà iniettato a chi, rientrando nella lista degli attuali aventi diritto alla dose "booster", ne farà richiesta.

E a breve anche i farmacisti potranno fare lo stesso e somministrare il vaccino antinfluenzale nelle farmacie ai cittadini compresi nelle categorie a rischio del Sistema sanitario nazionale, ma anche in regime privato, a carico dell'utente. La remunerazione per l'atto professionale del singolo inoculo è, in entrambi i casi, pari a 6,16 euro ma ulteriori oneri potranno eventualmente essere riconosciuti nella negoziazione (oneri relativi alle funzioni organizzative, al rimborso dei dispositivi di protezione individuale e dei materiali di consumo, così come la fissazione di incentivi per il raggiungimento di determinati target vaccinali).

La normativa è contenuta nella bozza di protocollo per i vaccini antinfluenzali in farmacia, definita tra Governo, Regioni e rappresentanze delle farmacie stesse, che sta ultimando il proprio iter. Il vaccino potrà essere inoculato nelle farmacie esclusivamente a partire dai diciotto anni e comunque escludendo «i soggetti ad estrema vulnerabilità, con anamnesi positiva per pregressa reazione allergica grave/anafilattica».

L'abilitazione verrà conseguita dopo il superamento dello specifico corso organizzato dall'Istituto superiore della Sanità. L'accesso al corso è comunque subordinato al superamento dei precedenti corsi Iss relativi alla vaccinazione anti Covid. Mentre per quanto riguarda l'attestato di compiuta esercitazione pratica può valere quello già conseguito sempre per la vaccinazione anti Coronavirus oppure, per chi non lo avesse ancora, può essere ottenuto secondo le medesime procedure, attraverso un tutoraggio di un medico, infermiere o farmacista vaccinatore.