Hanno scelto tutti la strada del silenzio e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere gli indagati dell'operazione Marrakech Express, condotta dalla polizia relativa ad un traffico di supercar rubate tra la provincia di Latina, l'Europa e l'Africa. Davanti al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese che ha emesso il provvedimento restrittivo, ieri sono comparsi alcuni indagati, tra cui Renzo Marchioro, arrestato nei giorni scorsi. Oltre a lui sono state ascoltate anche le altre persone sottoposte alla misura restrittiva tra cui Maurizio Longo.

Nel provvedimento cautelare - richiesto dai pubblici ministeri Valerio De Luca e Giuseppe Bontempo - gli investigatori hanno ricostruito un episodio avvenuto a Latina in un'area di servizio, pochi giorni prima del lockdown nel 2020, quando un uomo di origine spagnola che aveva acquistato una Porsche Cayenne al prezzo di 70mila euro, era stato fermato in Germania durante un controllo. In quell'occasione le autorità tedesche avevano scoperto che il potente suv era di provenienza illecita.

La vittima era arrivata a Latina e aveva incontrato i due fratelli Salami per riavere indietro la somma di denaro pattuita per la vendita del veicolo. Il gip contesta anche l'estorsione perchè «con la minaccia di farlo a pezzi e con violenza consistita nello strappargli di mano i documenti esibiti relativi al sequestro dell'auto, lo costringevano a rinunciare alla rivendicazione del suo diritto alla restituzione del prezzo pagato per l'acquisto dell'auto», ha sostenuto il magistrato.
Questo episodio era avvenuto il 14 marzo del 2020.