Sono stati condannati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. E' questa la sentenza emessa ieri da giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Latina Mario La Rosa nei confronti degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Lo scorso 23 settembre si era svolta una prima udienza ed erano stati ammessi dal magistrato i riti alternativi. Al termine della camera di consiglio il giudice ha emesso la sentenza: condanna a quattro anni e sei mesi per Marco Barsi a fronte di una richiesta di cinque anni formulata dalla pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero Giuseppe Miliano.
Condanna a 4 anni e un mese per Renato Gargiulo, rispetto alla richiesta di 4 anni e mezzo formulata dal magistrato e infine condanna a due anni e due mesi, rispetto ai due anni e quattro mesi richiesti nei confronti di Italo Di Spigna. Gli imputati hanno tra i 42 e i 44 anni. Dopo la requisitoria del pm che ha ricostruito i fatti e gli episodi contestati, il collegio difensivo - nel corso delle arringhe - ha chiesto per i propri assistiti l'assoluzione e in sub ordine il minimo della pena puntando sull'ipotesi lieve. Gli episodi contestati nei confronti delle tre persone tutte incensurate, erano stati accertati dalla Guardia di Finanza del

Comando Provinciale di Latina nel corso di una operazione che aveva portato al sequestro della sostanza stupefacente.
L'attività si era svolta in due fasi. Secondo quanto accertato dagli investigatori, Barsi e Gargiulo erano stati sorpresi con 63 grammi di cocaina e poi 23 di hascisc e infine anche alcuni grammi di cannabis mentre Di Spigna e Barsi dovevano rispondere della detenzione di 148 grammi di hascisc. I fatti contestati erano avvenuti tra febbraio e marzo e i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria nel corso di una operazione avevano trovato e sequestrato la sostanza stupefacente sottoposta anche ad una perizia oltre anche ad una somma di denaro che in un secondo momento era stata restituita. Anche davanti ai giudici del Tribunale del Riesame le accuse avevano pienamente retto e l'impianto accusatorio era rimasto integro.
E' sulla scorta di questa decisione che la Procura ha esercitato l'azione penale e ha chiesto il giudizio immediato.
Ieri si è svolto il processo e gli imputati hanno puntato sul rito abbreviato, una scelta processuale prevista dal codice che prevede la riduzione di un terzo della pena in base agli elementi raccolti in fase di indagini preliminari.