E' stata una battaglia finita malissimo quella per l'abbattimento degli abusi edilizi del palazzo di via Roccagorga.
Le ordinanze di demolizione emesse dal Servizio edilizia privata del Comune sono state tutte annullate con una lunghissima sentenza del Tar che, in definitiva, mette a nudo una incredibile sequenza di errori, soprattutto quello di non aver revocato il titolo edilizio e di aver lasciato che l'ordine di abbattimento degli abusi fosse legato solo all'annullamento del Piano particolareggiato per il quale la volumetria del palazzo andava più che bene.
Messa così appare una vicenda semplice, ma adesso, a parte le spese di giudizio caricate sulla parte soccombente, ossia l'ente, si apre un'ulteriore riflessione sugli effetti pesanti, più ancora del previsto, dei piani particolareggiati annullati.
Che erano certamente frutto di un abuso a loro volta ma che hanno creato una situazione di caos dove l'ente potrebbe addirittura restare stritolato, nonostante l'iter di annullamento dei Ppe sia sempre stato giudicato legittimo.
Per tornare alla vicenda specifica di via Roccagorga si tratta di una costruzione regolarmente autorizzata ma sulla base di una pianificazione che, di contro, aveva basi falsate circa la disponibilità di cubature a loro volta fondate su una possibile espansione demografica completamente inventata.
Gli abusi in via Roccagorga sono stati riscontrati in seguito ad un sopralluogo della polizia locale e del settore Edilizia del Comune. Gli abbattimenti sono stati ordinati con provvedimento dirigenziale del 17 dicembre 2019; la notifica oltre che ai proprietari fu fatta alla società di costruzione Uno Erre che realizzò il progetto dell'architetto Fabio Tomeo.
Il fabbricato di via Roccagorga è stato legittimato con permesso a costruire del maggio 2014 intestato, appunto, alla Uno Erre srl; un edificio «costituito da un piano interrato, sei piani fuori terra ad uso residenziale ed un piano volumi tecnici di copertura, in conformità alla variante al piano particolareggiato di esecuzione R6 Isonzo, approvata con delibere della Giunta municipale numero 474 del 26 settembre 2012, numero 278 del 6 maggio 2013 e con determinazione dirigenziale numero 1518 del 2 agosto 2013».
Il Ppe Isonzo sarà poi annullato nel maggio del 2016 e si trascinerà dietro tutto quello che era stato autorizzato, ma non i titoli concessori specifici, quelli sopravvivono se non ritirati uno per uno, come prova questa sentenza di via Roccagorga, appunto.
Ciò vuol dire che, in linea generale, l'annullamento dei Ppe non elimina la gigantesca colata di cemento che con essi fu messa in piedi a Latina.
Semplicemente, dopo il 2016, non sono più attuali e si è smascherato l'escamotage che i Ppe celavano nonché i contestati reati contro la pubblica amministrazione (ossia il Comune di Latina, che infatti è parte civile nel relativo processo penale).