Dava gli ordini agli altri indiani. «Prendete questa gente e ammazzateli tutti». E' questa una delle frasi più forti e molto indicative sulla personalità dell'uomo di 38 anni finito in carcere per l'omicidio a Borgo Montello. Lo hanno riferito alcuni testimoni ascoltati dagli investigatori della Squadra Mobile e che hanno portato a concentrare i sospetti su Jiwan Singh.
L'indagato, arrestato per l'omicidio di Singh Jasser Suman Jasit, 29 anni compiuti lo scorso 10 ottobre, è ritenuto il leader carismatico del gruppo formato da almeno venti persone, tutte con il volto parzialmente coperto chi dal casco, chi da bandane e chi con le sciarpe, che hanno organizzato una spedizione punitiva. Oltre al 38enne ci sono altri connazionali indagati a piede libero, accusati di rissa e lesioni: alcuni sono difesi dall'avvocato Codastefano.

L'omicidio si è consumato sabato sera in un casolare di Borgo Montello in via Monfalcone 3343, l'obiettivo della spedizione punitiva era soltanto uno: dare una lezione forte e far capire chi comanda nella comunità indiana. Anche un semplice affronto può essere pagato infatti con una aggressione brutale.
Dai risvolti dell'inchiesta emergono altri elementi: quando il gruppo si è presentato in casa della vittima e la festa era quasi finita, le prime parole che hanno detto gli aggressori sono state inequivocabili: «Mò vi facciamo la festa».
Le indagini della polizia nel giro di pochissime ore hanno permesso di chiudere il cerchio e risalire al presunto responsabile, che era ricoverato nell'ospedale di Velletri.