Ancora troppi aspetti della gestione del Comune di Latina vengono affidati all'improvvisazione, praticamente votata al contenimento delle emergenze, e così la manutenzione ordinaria non fa altro che diventare straordinaria. Insomma, quella rivoluzione della pubblica amministrazione che ci si aspettava non è mai arrivata e mentre il sindaco Damiano Coletta gioca a fare il politico, la città si ritrova a fare i conti con i soliti disagi: basta una normale giornata di pioggia autunnale per allagare quegli angoli del capoluogo, sempre gli stessi da anni, dove le caditoie non vengono mai disostruite e la pioggia non riesce a defluire nelle fogne. Così c'è chi è costretto a camminare nei ristagni d'acqua piovana pur di parcheggiare l'auto e chi invece è costretto a cimentarsi nella pulizia delle condutture per evitare che la propria attività finisca per essere allagata, come succede da troppi anni a questa parte.
In pratica a Latina siamo passati da un eccesso all'altro: dieci anni fa in Comune si sfruttavano interventi come la pulizia delle caditoie o la pulizia dei marciapiedi in travertino del centro per far lavorare le imprese degli amici, magari con cadenza superiore alle reali necessità, mentre ora quei servizi non sono più previsti. Dopo tutto, da quando gli enti locali hanno rinunciato ai manutentori interni per abbracciare la politica degli affidamenti alle ditte esterne, buona parte degli interventi vengono assicurati per rispondere alle specifiche richieste dei cittadini, quindi correndo dietro ai problemi anziché prevenirli per tempo.