Le inchieste e i blitz interforze del passato non sono bastati per spazzare via il cimitero di rottami che da troppo tempo ormai sorge lungo la strada statale Pontina alle porte di Latina. Non solo la bonifica non è mai partita, ma nel frattempo il sito, che va considerato a tutti gli effetti uno sfascio abusivo, è persino cresciuto a dismisura. Con tutti i rischi ambientali del caso, oltre alle ricadute per il decoro, trattandosi di un pessimo biglietto da visita all'ingresso del capoluogo pontino.
La vicenda rasenta il grottesco, ma è sintomatica di un sistema che non riesce a perseguire in maniera efficace gli illeciti ambientali. Basti pensare che il responsabile di quello scempio, ha iniziato a raccogliere veicoli dismessi di qualsiasi stazza dopo avere avviato le trattative per l'acquisto di un fazzoletto di terra che poi, di fatto, non è mai passato nella sua proprietà. Proprio così, il rottamatore abusivo non è neppure il legittimo proprietario di quell'area che sta contribuendo a inquinare: da quello che sappiamo, dopo un preliminare di vendita, il passaggio di proprietà non è mai stato definito.