Inizieranno entro pochi giorni i lavori di ripristino del terreno franato durante l'acquazzone del 5 ottobre per le conseguenze di un intervento di sbancamento irregolare, provocando lo smottamento che ha richiesto la chiusura prolungata di strada Gorgolicino. Fermo restando il sequestro del fondo agricolo, la Procura ha infatti autorizzato i lavori di messa in sicurezza propedeutici appunto alla riapertura del sottopasso della Pontina, ponendo la parola fine ai disagi che troppi cittadini di una vasta area del capoluogo stanno vivendo ormai da oltre un mese.
L'autorizzazione della Procura è arrivata dopo che il proprietario del terreno, indagato dalla Polizia Locale per reati in materia edilizia e ambientale, ha presentato una relazione redatta da un tecnico qualificato e abilitato all'esercizio della professione, sullo stato dei luoghi e sulle soluzioni da porre in essere per garantire la messa in sicurezza della superficie, ovvero evitare che il terreno possa franare nuovamente, verso la strada, al prossimo acquazzone.
Come verificato inizialmente dai Vigili del fuoco la mattina in cui il sottopasso era stato invaso dal fiume di fango, e poi accertato dalla Polizia Locale con l'ausilio dei tecnici dell'Ufficio Antiabusivismo del Comune, il fondo agricolo all'angolo tra via Gorgolicino e via Zani aveva subito dei lavori che ne avevano alterato l'assetto idrogeolico, a tal punto da provocare uno smottamento in seguito alle forti piogge del 5 ottobre. Il sospetto era che il vivaista proprietario dell'appezzamento, a fronte dell'autorizzazione per la bonifica della fascia frangivento, avesse poi proceduto, senza autorizzazione, ma soprattutto in assenza di uno studio del suolo, all'opera di sbancamento attraverso l'aggiunta di sabbia poi livellata coprendo le canaline di scolo. Un gesto tanto superficiale, quanto scellerato, che ha provocato il vortice di fango la mattina del 5 ottobre.