Non si rassegnava alla fine della relazione. Pedinamenti, appostamenti e poi telefonate mute da un numero sconosciuto e che arrivavano dall'estero: Stati Uniti, Portogallo, Scozia, Croazia. La destinataria di quei messaggi così inquietanti senza risposta dall'altra parte del telefono, era lei: una ragazza di 24 anni di Latina che figura come parte offesa nel processo per stalking dove il suo ex fidanzato era imputato. La giovane a causa delle condotte vessatorie e degli atti persecutori di cui è stata vittima, è stata costretta a cambiare le sue abitudini di vita. Non solo, le conseguenze sono state diverse: è andata anche in cura da uno psicologo per superare i trami e gli effetti della fine della relazione. Le condotte hanno ingenerato nella giovane un forte stato di agitazione. La ragazza si era costituta parte civile nel processo che si è celebrato con il rito abbreviato ed è stata rappresentata dall'avvocato Silvia Siciliano.

L'imputato era stato già condannato con una sentenza diventata irrevocabile alla pena di due anni e due mesi. In primo grado dal gup e a seguire in Corte d'Appello il ragazzo aveva scelto la strada del concordato, ma una volta che era tornato in libertà ha continuato a perseguitare la sua ex. Alla fine il giudice Mario La Rosa ha condannato l'imputato a quattro mesi di reclusione per dei fatti che secondo il magistrato rappresentano la prosecuzione del primo processo. In aula il pm Valerio De Luca aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi. Gli episodi risalgono a quando la ragazza interrompe la storia nell'agosto del 2017 e la reazione del giovane è inaspettata: messaggi molesti al telefono e sui profili social.