Dovevano iniziare ieri mattina i lavori di ripristino dei luoghi e messa in sicurezza del terreno adiacente a strada Gorgolicino, l'area finita sotto sequestro da più di un mese per lo smottamento dovuto a uno sbancamento non autorizzato che ha reso necessaria la chiusura del sottopasso della Pontina. Dovevano, perché il proprietario del fondo agricolo non ha potuto avviare l'intervento, in seguito a un altolà ricevuto dal Consorzio di Bonifica che lo ha invitato a compiere ulteriori approfondimenti idrogeologici, o meglio ottenere un apposito nulla osta dalla Provincia di Latina. Un particolare che sembra destinato ad allungare ulteriormente i tempi di riapertura dell'arteria stradale, quindi amplificando i disagi per i residenti di una vasta area del capoluogo pontino.
Formalmente ieri mattina gli agenti della Polizia Locale, su delega della Procura, hanno rimosso i sigilli applicati la mattina di lunedì 11 ottobre, sei giorni dopo l'acquazzone che aveva fatto emergere la criticita dell'assetto idrogeologico del terreno all'angolo tra via Gorgolicino, via Zani e la statale Pontina. Un'operazione, quella di ieri mattina, contestuale e finalizzata all'affidamento del terreno stesso al proprietario affinché proceda con i lavori di messa in sicurezza ordinati dal Comune di Latina e autorizzati dall'ufficio tecnico sulla base della relazione approntata da un tecnico abilitato. Fermo restando la legittimità del sequestro, infatti, la Procura ha concesso una finestra di tempo pari a sessanta giorni, proprio per consentire la messa in sicurezza dell'area, finalizzata alla riapertura del sottopasso, quindi al ripristino della viabilità.