I giudici del Tribunale del Riesame di Roma si sono pronunciati quasi alla fine della scadenza del termine e hanno sciolto la riserva sulle esigenze cautelari dell'inchiesta, riformando l'ordinanza per alcuni indagati.
Regge il castello accusatorio costruito dalla Dda e tiene l'accusa, cambia il profilo delle esigenze.
I ricorsi sono stati presentati dagli arrestati dell'operazione Scarface, condotta dalla Squadra Mobile di Latina e dove i pubblici ministeri Luigia Spinelli e Corrado Fasanelli hanno contestato a vario titolo l'associazione per delinquere con l'aggravante della modalità mafiosa. E' stata riformata l'ordinanza di custodia cautelare per Riccardo Mingozzi, difeso dagli avvocati Sandro Marcheselli e Marco Nardecchia. L'indagato ha ottenuto una misura meno afflittiva come quella degli arresti domiciliari. Doveva rispondere dell'accusa di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio con l'aggravante del metodo mafioso. Ha lasciato il carcere e ha ottenuto gli arresti domiciliari Simone Di Marcantonio, difeso dagli avvocati Alessandro Farau e Marco Nardecchia, era accusato di tentata estorsione con l'aggravante del metodo mafioso. Riformata l'ordinanza per Sara Bianchi, difesa dall'avvocato Adriana Anzeloni, accusata del furto nella sala slot. Confermate le accuse dal Riesame per Stefano Slimani, difeso dall'avvocato Giancarlo Vitelli, nei confronti dell'uomo era stato lo stesso gip Rosalba Liso a concedere all'indagato la libertà e come misura restrittiva quella degli obblighi di firma alla luce di un interrogatorio rilasciato al gip.