Le indagini dei carabinieri di via Tiberio, a cui la ragazzina, minorenne, ha chiesto aiuto, sono avvolte nel riserbo più totale. Non è dato nemmeno sapere nei dettagli cosa la vittima abbia riferito durante l'incidente probatorio richiesto dalla Procura - Pm Giancristofaro - e disposto dal giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota in Tribunale, in forma protetta, con tanto di ausilio di una psicologa. Ma a quanto sembra la povera ragazza dopo essere stata abusata, in condizioni psico-fisiche alterate dall'alcol, dopo essersi sentita male, e dopo aver lasciato l'abitazione di quel commerciante di origini straniere che accusa di averla violentata, non sarebbe andata di corsa a denunciare i fatti. Li avrebbe denunciati in un secondo momento. Forse sul momento lo shock, la paura, la vergogna, le potrebbero aver ingenerato la convinzione di non voler rendere noto cosa le era appena accaduto, ma qualcosa è successo che le ha fatto prendere la decisione giusta. Sembra infatti che a decidere di andare dai carabinieri, sia giunta dopo giorni di paure e timori. Non si sentiva più sicura e in qualche occasione si sarebbe accorta che un gruppo di soggetti, molto più grandi di lei, probabilmente dello stesso gruppo etnico dell'uomo che lei ha trovato il coraggio di denunciare, l'abbia seguita, pedinata. Questo e il fatto che i suoi genitori si siano accorti del cambiamento repentino di umore hanno portato ad un approfondimento da parte di madre e padre su cosa le stesse succedendo.