E' stato il turno di diversi testimoni della difesa ieri nel processo Tiberio che si sta svolgendo in Tribunale a Latina e che vede sul banco degli imputati il sindaco di Sperlonga Armando Cusani e altri imputati. In aula hanno deposto i testimoni della difesa di Isidoro Masi, difeso dall'avvocato Gianni Lauretti, all'epoca dipendente della Provincia e responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Sperlonga.

Davanti al Collegio penale - presieduto dal giudice Francesco Valentini - è comparso Aldo Silvestri, in passato dirigente della Provincia che ha riferito di come avvenivano i distacchi dalla Provincia al Comune di Sperlonga dove Masi è stato responsabile dell'Ufficio Tecnico. Infine sono stati ascoltati tre imprenditori che hanno riferito di non aver conosciuto due imputati, oltre che Masi anche Nicola Volpe. Infine è stato il turno di una dipendente del Comune di Sperlonga. Il processo riprende il prossimo 22 marzo quando saranno ascoltati altri testimoni e poi il primo aprile. Quasi di sicuro nel 2022 si dovrebbe concludere il processo con la sentenza.

Le indagini erano state condotte dai carabinieri della stazione diSperlonga e dagli uomini del Nucleo Investigativo di Latina, l'operazione Tiberio, prende spunto dal nome dell'Hotel riconducibile al sindaco di Sperlonga. Sul banco degli imputati ci sono anche l'ex caposettore del Comune di Sperlonga Massimo Pacini, Antonio Avellino, Andrea Fabrizio e Nicola Volpe. I reati ipotizzati dalla Procura sono a vario titolo: turbata libertà degli incanti e anche corruzione.

Le misure restrittive erano state emesse dal gip Giuseppe Cario ed eseguite nel gennaio del 2017 e avevano retto anche davanti al Tribunale del Riesame. Secondo l'accusa era emersa quella che il magistrato ha definito «inerzia relativa agli abusi della struttura ricettiva». Su questo punto nel corso della sua deposizione che risale a maggio, Cusani aveva detto che non aveva mai parlato con Masi ad esempio di un altro punto cardine dell'inchiesta e cioè della vicenda di Villa Prato e aveva sostenuto che non era stato mai amministratore dell'Hotel Grotte di Tiberio ma è stato co-proprietario insieme al suocero. L'operazione che quasi 5 anni fa aveva portato all'esecuzione delle misure restrittive, era stata condotta dagli uomini dell'Arma. Secondo il teorema del pm Valerio De Luca, gli abusi dell'Hotel dovevano essere rimossi e invece sono rimasti lì. Al centro dell'inchiesta è finita anche la gestione della gara d'appalto di Villa Prato. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Angelo Palmieri, Gianni Lauretti, Luigi Panella, Gaetano Marino, Vincenzo Macari, Gianmarco Conca e Alessandro Pucci.