A terra non c'erano bossoli, venerdì sera, tra il porticato e l'ingresso della scala "A" del lotto 51 di via Londra, solo segni sulle pareti e tracce che i poliziotti hanno analizzato e interpretato con l'ausilio della Scientifica, arrivando a una conclusione piuttosto evidente: per quanto potesse rappresentare un gesto di stizza, uno sgarro al culmine di una sfuriata, chi ha premuto il grilletto lo ha fatto sparando almeno due colpi ad altezza uomo.
Sul muro accanto alla porta a vetri del palazzo è riconoscibile il segno lasciato dal proiettile sparato probabilmente in maniera trasversale rispetto alla parete, che ha colpito il rivestimento di marmo e ha deviato la traiettoria finendo forse contro l'infisso o forse rompendo un vetro. Un altro colpo deve essersi stampato contro il muro all'interno dell'adrone, proprio dietro alla porta: all'altezza di un metro, sull'intonaco, c'è un foro circolare.
Se non sono rimasti bossoli a terra vuol dire che è stata utilizzata una pistola revolver, di quelle che trattengono la parte vuota della cartuccia nel tamburo. Sul pavimento c'erano però dei frammenti di metallo che la polizia scientifica ha repertato con la possibilità che possano essere i resti di una delle ogive, i proiettili esplosi dall'arma. Segni, questi, che rivelano l'impiego di un calibro importante, come appunto la pistola 38 special trovata nel pianerottolo al primo piano dell'altro palazzo.
Saranno gli accertamenti tecnici a rivelare se sia realmente compatibile con le tracce trovate, ma soprattutto a stabilire chi l'ha impugnata se ha lasciato impronte digitali o tracce organiche utili a estrapolare il profilo genetico da confrontare poi con quello dei sospettati. Come del resto serviranno i test di laboratorio per svelare se il cinquantenne indiziato dalla Polizia abbia sparato, ovvero se tracce di polvere da sparo sono rimaste sulle sue mani e sugli indumenti.