Il numero della Bestia, indicato anche col 666, è un simbolo che nel cristianesimo indica un personaggio satanico. Appare in un solo passo del Nuovo Testamento: nella Apocalisse di Giovanni ed è riferito a una "Bestia" che sale dal mare e devasta la Terra. Insomma qualcosa di funesto per l'intero pianeta Terra, per l'intera umanità. E proprio al marchio delle Bestia viene associata la campagna vaccinale (e tutto quello che le gira intorno, tra pass e obblighi) da don Luca Monti, sacerdote del monastero ortodosso di Sant'Antonio Abate, ad Aprilia. Sì, proprio Aprilia. Ovvero la seconda città della nostra provincia che è salita alla ribalta della cronaca per l'imposizione della mascherina all'aperto in zona bianca (primo caso in Italia, poi seguito da altri Comuni italiani) resa necessaria per cercare di arginare l'avanzata incontrastata del contagio. Aprilia è una delle città meno vaccinate e con più positivi in tutto il Lazio (per questa classifica non si tiene conto di Roma), contati giornalmente da oltre un mese a questa parte. Il dato delle prime dosi è basso, e lo è molto di più quello delle seconde. «Nel nostro Comune ci sono circa 10.500 cittadini non italiani - ha sottolineato il sindaco di Aprilia, Antonio Terra - Il rapporto tra i cittadini stranieri residenti e l'intero parco dei residenti in città è del 14 percento. Registriamo che i cittadini stranieri sono positivi per oltre il 20 percento nel complesso dei tanti positivi che abbiamo in questo momento. Abbiamo una chiesa ortodossa importante e poi c'è un'altra "branca", diciamo così, della comunità ortodossa in cui il parroco di riferimento - ha concluso il primo cittadino apriliano - si è schierato in maniera convinta contro il percorso della vaccinazione».