Gianluca Tuma sta portando avanti con ostinazione lo sciopero della fame e della sete iniziato dopo il suo arresto e il contestuale ingresso in carcere - nell'ambito dell'inchiesta Ottobre Rosso - e inevitabilmente il suo fisico inizia a pagarne le conseguenze. Molto debilitato per le conseguenze del rifiuto dei viveri, il detenuto cinquantenne ieri è stato trasportato in ospedale, ma la permanenza in pronto soccorso è durata poche ore: si opposto anche alla somministrazione di medicinali e terapie di ogni genere, quindi un breve periodo di osservazione è stato riportato in carcere dal personale della Polizia Penitenziaria che lo aveva accompagnato presso il Santa Maria Goretti per gli accertamenti del caso.
Gianluca Tuma ha iniziato a privarsi di cibo e acqua a partire da sabato 20 novembre, a distanza di diciotto giorni dal suo arresto, per richiamare l'attenzione dei magistrati dopo essersi professato innocente. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere era scattata al culmine di un'inchiesta avviata dalla Procura sulla base delle indagini della Squadra Mobile per i reati di estorsione e fittizia intestazione di beni in concorso con altri soggetti. Circostanze, secondo gli inquirenti, viziate dal tentativo di aggirare le restrizioni imposte dalla sorveglianza speciale, che gli impedisce di ottenere licenze pubbliche, ovvero tenersi al riparo da nuovi sequestri patrimoniali, misure di prevenzione, queste, già adottate nei suoi confronti e sulle quali, le più recenti, è ancora pendente il giudizio di secondo grado.