Tra pochi giorni sarà trascorso un anno esatto dalla morte di Fabio Gianfreda, 19 anni. Un ragazzo brillante e sensibile, appassionato di cinema e teatro che si è tolto la vita.
Marco, Lisa e Francesco, i genitori e il fratello del 19enne di Latina, hanno deciso di mettere il dolore al servizio di una causa preziosa per prevenire qualsiasi forma di disagio sociale: dal cyberbullismo alla pedofilia agli abusi sui minori fino all'autolesionismo e al suicidio. E' nata infatti l'associazione di promozione sociale «Io sono Enea». La storia di Fabio mette i brividi. Un sito Internet con base negli Usa pubblica una guida al suicidio. E' un'ombra inquietante che accompagna le personalità fragilissime di adolescenti sparsi in tutto il mondo, spingendoli a togliersi la vita. E' una macabra guida alla morte. In Italia sono cinque in 15 mesi i ragazzi che hanno seguito quella tragica procedura, di cui due nel Lazio: Fabio di Latina e un coetaneo a Roma. «E' una strage che va fermata», ricordano i familiari di Fabio.
Sono ritenuti dei veri e propri consulenti della morte che dietro a uno schermo sono in grado di uccidere una persona, anche se a distanza. La storia di Fabio tocca sempre le corde del cuore. Per aiutarlo nella sua fragilità è stato sottoposto a sedute di psicoterapia e a cure farmacologiche, Fabio aveva una fitta rete sociale tra la famiglia e gli amici, non era da solo. Si è tolto la vita nella notte tra il 9 e il 10 dicembre con una sostanza acquistata su Internet che ha disciolto in un bicchiere d'acqua. A casa aveva detto che sarebbe andato da un'amica, invece era in un hotel a Roma. E' proprio sul web che il giovane pontino ha trovato la guida al suicidio: dalla quantità di sostanza da assumere agli eventuali effetti collaterali. Insomma tutto. L'Associazione «Io sono Enea» punta prima di tutto a far chiudere tutti i siti, le chat e i blog dove le persone fragili vengono istigate al suicidio e vuole inibire la vendita delle sostanze pericolose. Il pm della Procura di Roma Giulia Guccione ha aperto un'inchiesta sul suicidio di Fabio e il primo risvolto investigativo che risale a giugno è stato l'oscuramento del sito popolato da migliaia di ragazzi sparsi in tutto il mondo, ben 17mila gli iscritti. Oltre a Fabio anche un altro giovane si era tolto la vita con le stesse modalità, con un composto di una sostanza di libera vendita e letale.
Come fa sapere l'Associazione in una nota: «Tra gli obiettivi prefissati, quello di dare inizio a un lavoro di sensibilizzazione di genitori e adolescenti sui rischi della rete e sulle misure da mettere in atto per la protezione dei minori; sollecitare il più possibile aggiornamenti nell'approccio di psicologi e psichiatri nei confronti degli adolescenti che manifestano propositi suicidari e cercare di promuovere l'espressione artistica specialmente tra i più giovani "perché – dice la mamma di Fabio – crediamo fermamente nel ruolo educativo e terapeutico che l'attività artistica può svolgere, rappresentando un valido strumento per prevenire situazioni di disagio». Intanto si è conclusa la prima edizione della borsa di studio «Io sono Enea» , nata in memoria di Fabio, che ha dato la possibilità a due ragazzi di seguire per l'anno accademico 2021/22, in forma gratuita, un corso di canto e uno di recitazione. A distanza di un anno il ricordo di Fabio vive, resta il dolore con cui i familiari vogliono aiutare tante altre persone in una fitta catena di empatia e umanità.