Gli imputati dell'inchiesta Movida Latina hanno chiesto tutti il rito abbreviato, tranne Ferdinando Pescio Di Silvio. E' quello che è emerso nel corso dell'udienza preliminare che si è svolta ieri a Roma davanti al giudice Angela Gerardi e al pubblico ministero Luigia Spinelli, titolare dell'inchiesta dove nei confronti dei componenti del clan Di Silvio vengono contestati a vario titolo i reati di estorsione con l'aggravante del metodo mafioso. Nel corso dell'udienza, le difese hanno presentato richieste di rito abbreviato, un giudizio previsto dal codice che prevede la riduzione di un terzo della pena sulla scorta di quello che è emerso in fase di indagini preliminari.

Anche in questa inchiesta e nell'ordinanza di custodia cautelare firmata esattamente un anno fa dal giudice Rosalba Liso, era stata messa in rilievo la condizione di assoggettamento ed omertà delle vittime davanti ai componenti del clan. «Derivanti dalla riserva di violenza di cui dispone la famiglia in ragione dello spessore criminale riconosciuto a Latina». Hanno scelto di essere processati con il rito abbreviato: Costantino Di Silvio, detto zio Costanzo, Ferdinando Di Silvio detto Prosciutto e infine per Antonio Di Silvio detto Patatino, la posizione è stata stralciata. Hanno scelto il rito abbreviato anche Luca Pes, Fabio De Stefano e Massimiliano Tartaglia. Secondo l'accusa l'obiettivo dei Di Silvio era quello di assumere il controllo dello spaccio nella zona della Movida del capoluogo pontino grazie al potere di intimidazione. Anche al Riesame le accuse avevano pienamente retto tranne che per due capi nei confronti di Costanzo e una volta che sono state depositate poi le motivazioni, la Dda ha tirato le somme dell'inchiesta.