Loro sanno bene cosa voglia dire combattere il virus faccia a faccia. Lo hanno affrontato senza paura e a prezzo di estremi sacrifici in tutte le fasi di questa pandemia causata dal Covid-19. Vennero definiti eroi per il coraggio e l'abnegazione. Mettevano a rischio anche se stessi pur di curare e assistere i pazienti infettati dal nuovo Coronavirus. E adesso che siamo nella quarta ondata e si sta registrando una nuova avanzata decisa del nemico, gli operatori sanitari dell'ospedale Santa Maria Goretti di Latina - medici, infermieri e operatori socio sanitari - si dicono pronti a fare ancora una volta il proprio dovere coscienti che si sta avvicinando - come stanno attestando i numeri - un altro picco di contagi. «E' accaduto anche all'inizio dell'anno scorso - spiegano alcuni infermieri -, un aumento consistente dei casi positivi in concomitanza con la fine delle festività natalizie. Per questo diciamo che saranno gennaio e febbraio i mesi decisivi, quelli che ci faranno capire se bisognerà tornare a rivedere la rete ospedaliera regionale con altri reparti da dedicare solo ai pazienti Covid. Noi siamo pronti».
Per ora, come noto, i posti letto del Goretti dedicati ai ricoveri Covid sono i 24 del reparto di Malattie Infettive (18 sono ordinari e sei di terapia sub-intensiva) ai quali si aggiungono i 14 della Holding/Discharge room (area di ricovero collegata al Pronto Soccorso e alle unità operative di degenza): posti letto che si aggiungono ai 9 già previsti sempre nel Pronto Soccorso per la prima assistenza ai "sospetti" positivi. Ma la gran parte dei ricoverati viene trasferita negli ospedali romani. Trasferimenti che consentono al Goretti di tenere la situazione sotto controllo senza dover dedicare il secondo piano, quindi il reparto di ex Urologia, che in caso di necessità sarebbe il primo ad essere convertito. «Tutto dipenderà da quanto reggerà Roma - aggiungono gli infermieri pontini -. Qui, di certo, serviranno rinforzi, perché adesso saremmo come i trecento nella battaglia delle Termopili».