Avrà luogo domani nell'aula bunker della casa circondariale di Rebibbia a Roma l'udienza preliminare dalla quale dipendono le sorti dei trentaquattro indagati dell'inchiesta Reset, ovvero l'indagine della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha permesso di ricostruire, a partire dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo, il traffico di droga e una serie di estorsioni riconducibili al sodalizio criminale che i fratelli Angelo "Palletta" e Salvatore "Bula" Travali, sotto la guida morale dello zio Costantino "Cha Cha" Di Silvio, avrebbero gestito con l'aggravante del metodo mafioso fino al loro arresto nell'ambito dell'operazione Don't touch dell'ottobre 2015.
Un luogo simbolo, quello in cui il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Roma dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata, alla chiusura dell'indagine preliminare, dai magistrati della Distrettuale antimafia capitolina. Non solo una questione logistica visto il numero degli indagati, molti dei quali ancora ristretti in regime di alta sicurezza vista l'aggravante del metodo mafioso contestata loro, ma anche una strategia ben precisa da parte degli inquirenti, quanto mai decisi a sancire il cambio di passo nell'approccio a una delle organizzazioni criminali considerate tra le più feroci e pericolose degli ultimi anni, capace di affermare la propria forza in città e alimentare la capacità d'intimidazione anche con azioni criminali eclatanti, all'occorrenza anche impugnando pistole.