Il sequestro di quindici case popolari occupate impropriamente, è solo l'inizio di una nuova stagione di verifiche avviata nell'ambito della sinergia tra Ater e Questura con la regia della Procura di Latina. Una nuova campagna di controlli che poi è la naturale prosecuzione di quanto è stato fatto negli anni scorsi, anzi è necessaria per assicurare una continuità con le solide basi gettate dopo i primi servizi congiunti. In ballo ci sono, solo nella città di Latina, poco più di 120 alloggi di edilizia residenziale pubblica attualmente occupati da persone che non ne hanno diritto o lo hanno perso, quindi appartamenti che potrebbero essere messi a disposizione dei bisognosi, se liberati, scorrendo le graduatorie delle famiglie in attesa di una casa.
Il focus avviato dalla Polizia è il frutto del protocollo d'intesa stipulato nel 2016 con la stessa Azienda Territoriale per l'edilizia residenziale pubblica della provincia di Latina proprio per contrastare le occupazioni abusive. Erano i tempi in cui gli investigatori della Questura, indagando sul sodalizio criminale dei fratelli Travali, accertarono una serie di occupazioni abusive espressione di un gruppo malavitoso emergente capace di esprimere il proprio potere con ferocia.
Ai primi sgomberi, seguì la consapevolezza che l'Ater doveva essere affiancata dalla Polizia nell'attività di contrasto delle occupazioni abusive, prima di tutto per annientare la forza intimidatrice dei soggetti legali alla criminalità, ma anche e soprattutto per riportare la legalità in quelle zone del capoluogo in cui la malavita rischiava di sostituirsi alle istituzioni, operando una sorta di controllo. Anche e soprattutto per questa ragione, il questore Michele Maria Spina ha portato avanti la sinergia con l'Azienda Territoriale per l'edilizia residenziale pubblica, trovando nella Procura l'alleato giusto per affrontare con incisività un contesto piuttosto complesso. Ne è nata un'inchiesta coordinata direttamente dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza che è destinata ad estersi a macchia d'olio su tutto il patrimonio immobiliare pubblico interessato dalle occupazioni abusive.

In questo lavoro di monitoraggio finalizzato agli sgomberi, è stata data priorità agli alloggi occupati da pregiudicati o famiglie legate in qualche maniera a fenomeni criminali. Dei centoventi appartamenti circa abitati da persone che non hanno diritto alla casa popolare o che comunque l'hanno presa con la forza, la Polizia ha iniziato dai quindici considerati prioritari proprio per una questione di legalità.
Sono emerse quindi situazioni limite, come quella di un alloggio occupato abusivamente da una famiglia che già beneficiava di una o più case popolari. O peggio di soggetti piuttosto in vista nell'ambito della malavita latinense, che non hanno mai pagato il canone mensile, seppure fosse irrisorio, accumulando debiti importanti con l'Ater: una condizione di morosità conclamata e mai sanata, che porterà allo sgombero.