Lunga deposizione ieri pomeriggio in Tribunale del dirigente della Squadra Mobile di Latina Giuseppe Pontecorvo, che ha ricostruito alcuni passaggi cruciali nell'impianto accusatorio dell'inchiesta Scheggia, che vede sul banco degli imputati l'ex consigliera regionale Gina Cetrone, l'ex marito Umberto Pagliaroli, Armando Lallà Di Silvio e i figli Gianluca e Samuele Di Silvio. Già nel corso della precedente udienza l'investigatore aveva deposto ripercorrendo le fasi salienti dell'inchiesta in cui viene contestata l'aggravante mafiosa. Il dibattimento è iniziato con le spontanee dichiarazioni rilasciate da Armando Di Silvio collegato in videoconferenza dal carcere di Cagliari: «Non conosco Pagliaroli e la Cetrone, nel 2016 lavoravo in un autolavaggio a Latina Scalo. Non ho mai fatto l'attacchino e non sono mai andato a votare in vita mia. Riccardo ha detto delle bugie ed è tutta fantascienza - ha dichiarato - ha millantato sulla mia persona e sto affrontando il processo da innocente. Sto male e ho tentato il suicidio, mi sono tagliato il collo e dappertutto, mi hanno salvato due guardie. Non ce la faccio più, mi ammazzo», ha detto. Anche i figli hanno rilasciato spontanee dichiarazioni spiegando di essere estranei alle accuse. «Non siamo mafiosi, era Riccardo che chiamava per l'attacchinaggio», hanno ribadito sostenendo che il padre è innocente e che il cellulare veniva utilizzato da Riccardo, non sapendo chi chiamava. La parte centrale dell'udienza è stata rivolta alla deposizione del dirigente della Mobile che, davanti al pm Luigia Spinelli e al collegio penale presieduto dal giudice Caterina Chiaravalloti, ha focalizzato l'attenzione sia sullo scambio di chat che sulla messaggistica anche tramite messanger tra Pagliaroli e Agostino Riccardo e infine ha parlato delle modalità della campagna elettorale del 2016 dove Gina Cetrone era candidata a Terracina, Nel corso della testimonianza molto circostanziata e lineare, l'investigatore ha fatto riferimento ad un saldo per l'attacchinaggio da parte di Pugliese riferendosi a Pagliaroli.