Il secondo anno di pandemia sta per finire in archivio con, di fatto, lo stesso numero di contagi ma molti meno decessi, diciamo pure un decimo rispetto a quelli dello stesso periodo dell'anno scorso. Il discorso vale per l'intera Italia ma anche per la nostra provincia, come confermano i dati dei primi sedici giorni di dicembre: 2.653 positivi e 56 morti nel 2020, 2.472 positivi e 13 morti in questo 2021. La differenza sostanziale sul dato delle vittime, inutile girarci intorno, l'hanno fatta i vaccini soprattutto per la protezione delle persone più fragili.
Tornando al quadro nazionale - che venne scosso realmente il 13 novembre del 2020 con 40.902 contagiati in 24 ore che resta il numero più alto mai registrato da inizio pandemia -, un anno fa il Paese entrava nel sistema dei colori: fascia rossa, arancione e gialla in base alla gravità del contesto regionale. Il debutto avvenne il 6 novembre, insieme al coprifuoco in tutto il territorio nazionale dalle 22 alle 5 di mattina. Era il quarto dpcm consecutivo con progressive restrizioni che erano scattate dall'8 ottobre, quando tornarono le mascherine obbligatorie all'aperto. Oggi, come noto, non c'è più il coprifuoco e nemmeno l'obbligo generale delle mascherine all'aperto, visto che per questa misura restrittiva è stata lasciata libera scelta ai sindaci sia dal governo che dalle regioni. Nella nostra provincia, proprio ieri, l'ordinanza per l'obbligo della protezione individuale è stata emessa anche a Cisterna che si è così aggiunta a Latina, Aprilia, Sezze, Priverno, Terracina, Fondi e Gaeta.


Sta di fatto che le settimane che abbiamo di fronte sono un rebus per tutti. L'Italia si trova in un contesto di risalita della pandemia, con i casi in aumento del 50% su base settimanale, ma per fortuna a nostra difesa abbiamo, a differenza dell'anno scorso, una elevata quota di popolazione vaccinata: 76,5%. La restante parte, il 24,5% bambini compresi, al momento non ha protezione. Le terze dosi stanno accelerando soltanto ora ma la stagione più fredda, dove si sta più al chiuso e la circolazione virale aumenta, sta entrando nel vivo.
E da due mesi a questa parte la pandemia sta anche progressivamente portando verso una pericolosa congestione degli ospedali: i posti letto occupati da pazienti Covid ammontano a +17,9% in area medica e +11,2% in terapia intensiva. Tuttavia, nelle ultime settimane si è ridotta la percentuale di pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva rispetto ai positivi grazie proprio all'incremento delle terze dosi. Nonostante questo, siamo comunque in una fase critica per la convergenza di vari fattori, come la stagione invernale, il ritardo iniziale nella somministrazione delle dosi booster e uno zoccolo duro di non vaccinati.