Un uomo di 73 anni di Fondi è finito in carcere per i reati di tentato omicidio, lesioni aggravate e maltrattamenti in famiglia ai danni dell'ex moglie. L'arresto è scattato giovedì mattina, quando gli agenti del commissariato, diretti dal vicequestore aggiunto Marco De Bartolis, sono intervenuti in una villetta per una violenta lite nella quale la donna ha riportato lesioni.
Quando i poliziotti sono giunti nell'abitazione, hanno trovato lì il personale del 118 – che a quanto pare sarebbe stato allertato dall'anziano stesso – intento a prestare soccorso alla donna, che aveva riportato ferite al capo, agli arti e al busto. Gli investigatori, nei pressi del luogo dove si trovava la persona soccorsa, hanno rinvenuto anche una sbarra di ferro che è stata sottoposta a sequestro in quanto sin dalle prime battute è stato ipotizzato che quell'oggetto potesse essere stato utilizzato per l'aggressione.
L'anziano è stato quindi accompagnato presso gli uffici di polizia per gli accertamenti del caso, mentre la donna, dopo il primo soccorso prestato in loco, è stata trasportata in serie condizioni presso l'ospedale "Alfredo Fiorini" di Terracina. La stessa, come riportato in una nota diffusa ieri dalla Questura, è riuscita a esternare al personale di polizia di essere stata aggredita dall'ex marito con una sbarra di ferro a seguito dell'ennesimo litigio che è avvenuto nella mattinata di giovedì. Dopodiché, la signora è stata trasportata in prognosi riservata un nosocomio della Capitale in autoambulanza.
Alla luce di tutti gli elementi raccolti, il settantatreenne è stato tratto in arresto. Il sostituto procuratore di turno, la dottoressa Giorgia Orlando, ha disposto la traduzione in carcere dell'anziano, che è stato quindi accompagnato presso la Casa Circondariale di Poggioreale in attesa dell'udienza di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari.
L'udienza si è celebrata ieri mattina davanti al dottor Molfese. La difesa dell'anziano, assistito dagli avvocati Angelo Palmieri, Gian Luca La Penna e Simona Dominici, ha chiesto l'applicazione di una misura meno afflittiva nei confronti dell'indagato: il divieto di avvicinamento alla persona offesa o, in subordine, gli arresti domiciliari. Il gip si è riservato.