Se il pre-feste natalizie è questo, cosa potrà mai accadere nel post-feste? Ci riferiamo al numero dei contagi, naturalmente, visto che il timore di tanti è rivolto al prossimo futuro nonostante un presente già preoccupante. I 327 casi provinciali di ieri, per non parlare dei 375 di giovedì scorso, sono infatti due picchi di positività realmente da record, per la precisione il secondo e quarto assoluti a livello provinciale dell'intera pandemia, paragonabili soltanto a due giorni del post festività natalizie: lo scorso 3 gennaio, in cui si registrarono 374 casi, ma soprattutto il 10 gennaio che, con 382 casi, resta la data del picco massimo dell'intera emergenza sanitaria pontina. Per concludere il quadro dei picchi del contagio, va aggiunto che il top del 2020 restano i 316 del 6 novembre e che proprio novembre rimane il mese pandemico in cui si sono contati più positivi: 6.017.

Insomma, si teme tanto il dopo feste ma il contagio attuale è già ai livelli di allerta massima. E con le vaccinazioni. «Sì, siamo seriamente preoccupati - ha dichiarato ieri Antonio Sabatucci, responsabile del Dipartimento di prevenzione della Asl di Latina -. Preoccupati perché non vediamo quell'attenzione alle regole di base che ci dovrebbe essere davanti all'aumento dei contagi e per le feste che si continuano ad organizzare. Per non parlare dei cenoni familiari che stanno per arrivare. Non ci sono le condizioni per garantire il distanziamento e di conseguenza la sicurezza che impone il momento».

Non a caso domani mattina è in programma un nuovo vertice in Prefettura per fare il punto della situazione. Sabatucci, dal canto suo, è andato dritto al punto: «Come si può impedire alle famiglie di festeggiare Natale e Capodanno? Come si può evitare un ulteriore incremento delle positività? E sapete qual è il paradosso più grande? Che bisogna tutelare le persone più fragili ma anche i non vaccinati, perché restano i più a rischio».