La Corte d'Appello di Roma ha accolto il ricorso presentato dall'avvocato Italo Montini per conto di Vittorio Bonanni, riformando la sentenza che il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Latina aveva pronunciato a carico del sessantenne arrestato a inizio anno per l'arsenale composto da tre pistole e un fucile e per la cospicua scorta di sostanze stupefacenti che nascondeva in casa prestandosi al ruolo di insospettabile custode al servizio della criminalità locale. Condannato a metà giugno con rito abbreviato a cinque anni di reclusione, l'uomo si è visto ridurre la pena a quattro anni e quattro mesi di reclusione.
L'operazione era scattata la sera di venerdì 8 gennaio, quando le pattuglie della Squadra Volante avevano notato i movimenti sospetti di Mirko Ranieri, poco più che ventenne, ma già inserito negli ambienti che contano della malavita, all'epoca dei fatti affidato in prova ai servizi sociali per il sequestro di persona di un romeno, degenerato in omicidio a colpi di pistola, consumato sette anni fa insieme al fratello. Gli agenti avevano tenuto d'occhio il giovane mentre si muoveva tra le case popolari nella zona alle spalle del Tribunale, prima di fermarlo per un controllo: quando era saltato fuori un panetto di hascisc dall'abitacolo della sua vettura, gli uomini del commissario Giovanni Scifoni avevano deciso di estendere la perquisizione anche all'abitazione da dove era stato visto uscire poco prima.
Era scattata così l'irruzione dei poliziotti in casa di Vittorio Bonanni, fino a quel momento un illustre sconosciuto. Nell'armadio di una camera era stata trovata una cassaforte, che poteva essere aperta con una chiave trovata nelle tasche di Ranieri. All'interno c'erano altri cinque panetti di hascisc con lo stesso logo di quello trovato nella vettura del ragazzo, ma anche un paio di bustine di marijuana, una decina di grammi di cocaina e alcune cartucce per pistola di grosso calibro. Poco distante c'era anche un fucile di provenienza illecita. Tutto materiale evidentemente riconducibile al ventenne - al quale si aggiungono altra droga e soldi trovati nella sua casa al lido - per il quale il giudizio è ancora pendente.
In un'altra stanza della casa popolare di Vittorio Bonanni erano stati trovati due marsupi che contenevano tre pistole calibro 7,65 di provenienza illecita, ben oliate e fasciate con nastro isolante, tutte risultate negative ai successivi riscontri balistici effettuati per stabilire se fossero già state utilizzare per commettere dei crimini. Armi che il sessantenne diceva di avere ricevuto da un suo conoscente morto nel frattempo e delle quali Ranieri aveva dichiarato di non sapere nulla, a differenza della droga di cui invece si attribuiva il possesso. Fatto sta che Bonanni aveva chiesto e ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato, beneficiando della riduzione pari a un terzo della pena.
Quindi dopo la condanna a cinque anni di reclusione, l'avvocato Italo Montino aveva proposto l'appello che i giudici romani hanno accolto di recente, procedendo con la riforma della prima sentenza che vale la riduzione della pena a quattro anni e quattro mesi con l'esclusione della recidiva contestata inizialmente, una multa di 8.334 euro, ma anche la revoca della pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici applicata invece nella durata di due anni.